gdf
La vaca vieja y gorda de Galicia
non passò inosservata nel piatto, dopo una vita serena trascorsa sui prati galiziani, all’aria salmastra dell’Atlantico, e poi morta di vecchiaia. Come
dice il proverbio: gallina vecchia … prima o poi muore. E la vacca pure, e
quindi perché no?
La materia, la materia … prima
di tutto bisogna conoscere la materia per fare il ristoratore, e poi, da queste
parti, anche una laurea in economia … ma lo sapete quanto costa affittare dei locali dediti alla
somministrazione di alimenti in Brera a Milano? Ho chiesto in giro, e le
risposte mi hanno dapprima fatto tremare i polsi, fino a gelarmeli insistendo
con la domanda. Domanda che si accontenterebbe
anche di molto meno dell’offerta, pagando molto meno, ma mi chiedo come si possa
sostenere un locale in Brera praticando prezzi bassi, qualunque sia l’offerta.
Ci vuole coraggio a rischiare
così forte, anche salendo al primo piano, perché bisogna credere nella materia, e
conoscerla, renderla disponibile con una proposta chiara e ferma. Cinzia e
Gualtiero ci credono in questo proposito, non facendo compromessi sui prodotti, magari -i compromessi- facendoli poi sul piano della genialità e sulla manualità delle
preparazioni, ma se parlate a Gualtiero di materia prima e delle sue origini,
beh … vi sembrerà di parlare con l’altro Gualtiero.
La sa lunga, eccome, dal
Piemonte, primario serbatoio di prodotti, scelti per comune, nome e cognome,
perché i porri saranno quelli di Cervere, i peperoni di Carmagnola, e molto
altro proveniente dal mercato di Canale. E poi chiaramente la Lombardia tutta,
l’Emilia, tracciando una filiera che raggiunge in fretta anche la Toscana.
Trattoria e bistrot, nella
rinnovata collocazione inaugurata 18 mesi fa, più ariosa, più aperta
all’atmosfera d’incrocio tra Via Garibaldi e via Tivoli, osservando i passanti dalle finestrelle fiorite, attendendo uomini eleganti qui per lavoro o per diletto, ma perdendo qualche
affezionato della vecchia sede, più vicina alla clientela d’affari e
alle modelle circoscritte in taglie asfittiche, che faticano a far due passi in
più su tacco 12.
E i vini? A Milano di cantine
e cantinette divertenti e originali non ne mancano, questo è certo, e pure qui il
diletto diventa dialetto, attraversando ogni sentiero regionale poco battuto, o comunque
di nicchia nascosta ai meno propensi a farsi consigliare, cosa che io faccio
col Gualtiero dal giorno che l’ho conosciuto, circa cinque anni fa.
Qui si seguono le mode al
contrario, perché quello che sta tornando di moda è il classico, specialmente
dove i piatti tornano ad essere modaioli e “da centro città” pur se rustici
quanto un mezzadro toscano con in mente la sua bella zuppa calda che lo aspetta
al ritorno dal lavoro nei campi.
Le verdure d'autunno all'aglio, olio e peperoncino
Zuppe, verdure di stagione e legumi, prima
di tutto, che se proposte col cambio automatico in un locale dedicato
arriverebbero ancor più velocemente al cuore, seguendo la tendenza vincente in
questo momento, a partire da 9 euro, al Rovello 18.
La zuppa di carciofi, fave e piselli, olio e pepe ...
Grande aperitivo
Il citrico Rinaldi non si smentisce. quanto carattere in questa Freisa!
Il Gualtiero ama molto i vini estremi dell'estremo est italico, e come dargli torto ?
Tagliatelle di Campofilone in abbondante ragù di salsiccia di Bra. Slurp!
La vecchia e grassa vacca della Galizia con patate fritte maison e pepe verde vintage.
Provare per credere.
I rari fagioli di Sorana ad accompagnare
E l'irrinunciabile zabaione fresco con biscotti al burro, prima di un caffè griffato Gianni Frasi, da bere assolutamente senza zucchero
gdf
Ottimo come sempre,la vacca,spacca,marezzatura golosa,e bicchieri dell eau molto belli,
RispondiEliminaA la prochaine,
TMC
L'homme Michelin
RispondiEliminaGML
Bien marezzato :-)))
RispondiEliminaBeppe
Il lavoro, il lavoro :-)
RispondiEliminaVergognoso!
RispondiEliminaFranck
Solleticato da zuppe, Micheline del 1956 che sottotitolavano “Dalle Alpi a Siena” e da mezzadri toscani, sono andato a vedere sul web, mezzadria deriva dal latino “colui che divide a metà” cinquanta e cinquanta, così mi “arrovello” e non riesco a decidermi tra la zuppa di carciofi e le tagliatelle, allora punto i fagioli di Sorana, anche se non sono al fiasco…quando hai voglia di farti un altro giretto in tangenziale siamo qui;-)
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