gdf 50
Il trio jazz si sta allargando mentre sta accordando gli strumenti, ancor prima di
accordarsi su cosa suonare. Sono
sicuro, l’avevano già in mente, programmata e soppesata la sequenza, penta-grammando tutto
già dalla mattina prima, prima di sapere quelle che sarebbero state le note
utili all'ouverture, prima della notte, quella del 31.
Lettrice affezionata, sarò al
numero 1300 di post sul web. Questo è lo 001 del 2014. Se mi ripetessi in qualcuno dei prossimi dimmelo;
provaci, scrivimi le battute, mandami una bozza, l’anno è appena iniziato, con tutti i suoi buoni
propositi della sera prima riversati nel giorno dopo.
Anch’io abbozzo gli scritti la sera prima, ma poi capirci
qualche cosa il giorno dopo e tutto un altro par di affari. E io sono da solo a
scrivere. Loro ora sono in tre a suonarmi nei timpani, lo stanno facendo già dalle 11 del primo giorno
dell’anno, e altro arriva, manco fosse il concerto di Capodanno.
Quella calza velata con la riga nera vista da dietro mi sembra
di riconoscerla. Ma oggi gli va parecchio di traverso, così come la mini gonna
nera, che proprio il suo verso non lo riesce a trovare dopo tanto andare e
venire di cerniera
A capodanno ricordatevi di indossare qualche cosa di rosso |
Di spalle, quei capelli così perfetti di ieri sera, da nastri lucidi si sono trasformati in un ricordo opaco stamattina, sfibrati come paglia d’ovile, fosse bionda. Temo si giri, stordendomi con effetti di rimmel strapazzati mezzora fa nel lavandino.
La spallina gli è di nuovo scesa sotto la spalla, ma stamattina di rimettersela a posto proprio non gli passa dalla mente. Carenza di zuccheri, eccessi di grassi, ma la vita regge bene e quei fianchi mi sfiancano lo sguardo.
I profumi si fanno confusi, Opium e caffè : è l’inizio del
brunch.
Cereali e yogurt, tè, me, e caffè : per far spazio.
Prima due bicchieri di spremuta di cervello, gli agrumi
sono meglio d’inverno e vanno bevuti prima del tè e del caffè per risvegliare i
visceri.
Quella torta ha un bell’aspetto, e poi è di mele. La mela
è peccato ma fa bene. Mettitela lì davanti al naso, quale buon proposito, cancellando dalla mente quella sacher di ieri sera, che però con quella mezza bottiglia di Porto
Vintage...
Il quartetto jazz mi sta facendo venire il mal di testa, mi sposto di un metro, ma ci vuole un cachet qualsiasi per allontanarli, anche da pochi euro, tanto per ricominciare, insieme ad una coppa di Champagne della sua misura: non mi sono mai piaciute le esagerazioni.
Il quartetto jazz mi sta facendo venire il mal di testa, mi sposto di un metro, ma ci vuole un cachet qualsiasi per allontanarli, anche da pochi euro, tanto per ricominciare, insieme ad una coppa di Champagne della sua misura: non mi sono mai piaciute le esagerazioni.
I biscotti al burro li lascia, c’è del salmone nel tavolo
di servizio a fianco. Il cameriere -tutto sommato dalla faccia comprensibile-
si mette a disposizione, proponendo uova: uova ripiene, uova di salmone e infine scramble eggs with bacon. Maligno .
Declina, preferisce l’omelette al formaggio : a distanza si
faceva sentire. Come non ascoltarla. Il quintetto jazz alza i toni con la tromba.
Il roast beef : al giusto rosa. Come la sua faccia, adesso
che finalmente si è girata con nella mano sinistra la seconda coppa di Champagne ormai tracimata dentro quelle labbra rosse a metà, del rossetto di ieri e di stamattina, sfatta come una lasagna del giorno dopo. La mia? Da cannellone pallido del giorno giusto.
Il brunch a sorpresa non sorprende più nessuno, potrebbe arrivare anche un capriolo con polenta ormai. C’è del capriolo con la polenta in arrivo, e poi la Sacher, la stessa di ieri sera, ma a me, a questo punto della giornata non mi
sembra la stessa di ieri.
Ma era proprio lei? Quella dell'anno scorso?
Ma era proprio lei? Quella dell'anno scorso?
Lo Champagne è finito, lo Chambertin anche. Il Porto
tambien.
Erano le cinque del mattino, adesso sono le cinque del pomeriggio, il brunch
ha fatto il suo lavoro, facendomi dimenticare che un altro anno se ne è andato,
lasciandomi una ruga in più di ricordi. Lascio la sala, passo al banco del bar, ci vuole qualche
cosa di forte ma lento.
Piano piano, arriva camminando su note lievi, lontane dal sestetto jazz. Alla luce dell’abat jour non sembra neppure così disastrosa, così lontana dalla disco della sera prima e dal jazz di stamattina. Abbassiamo i toni, e le luci: pacatamente, lentamente.
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Piano piano, arriva camminando su note lievi, lontane dal sestetto jazz. Alla luce dell’abat jour non sembra neppure così disastrosa, così lontana dalla disco della sera prima e dal jazz di stamattina. Abbassiamo i toni, e le luci: pacatamente, lentamente.
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Click please
Ci si appoggia
al bancone in piena libertà
Al bar degli
armadilli non c'è pubblicità
Si dà un
occhio allo schermo, a volte si commenta
Ognuno dal suo
guscio se fuori c'è tormenta
Amiamo tutti
il cibo, due parole nel vino
Tastiere da
lontano ci rendono vicino
Un commento
postdatato disse una verità
Ciascuno
dentro un pezzo prende quel che gli va
Un gesto
quotidiano ci porta tra la gente
Se parte di
qualcosa, soli non ci si sente
Son racconti
da bar, a volte surreali
Sono pezzi di
vita, per questo mai uguali
Può arrivare
un sorriso oppure un gancio destro
Più che un inizio si direbbe una continuazione :-))
RispondiEliminaBBBrunch
Si possono dilatare le foto con un click! Quella della lasagna oggi ......... ;)
RispondiEliminaBeppe