gdf
Il vecchio Paul non è stato bene negli ultimi giorni ed è stato prudentemente
ricoverato in ospedale. Nulla di grave a quanto pare, ma insomma, gli anni
passano, e il monumentale chef, l’imperatore della cucina francese del secolo
passato non si è certo mai risparmiato, ai fornelli, ma credo neppure a tavola. Anche l’anno scorso non era stato bene proprio in occasione della
finale del concorso che porta il suo nome in giro per il mondo, e che da tutto
il mondo porta da lui, a Lione, i candidati verso il successo finale a cadenza
biennale.
Paul ne farà 88 il prossimo 11 febbraio, settimana nella quale si
cercherà di identificare il candidato italiano che andrà ad affrontare lo step
successivo. Questo accadrà proprio a due passi dal faro, e quindi cercherò di
infilarmi nell’evento per capirci qualche cosa di più di questo concorso che
equivale ad un vero Campionato del Mondo della cucina.
Qualificazione nazionale, con molto rilievo a quella francese, poi scrematura
europea, che quest’anno si svolgerà tra qualche mese a Stoccolma tra il 7 e l’8
maggio, ed infine gran finale a Lione all'inizio del prossimo anno, mentre
in giro per il mondo si svolgeranno gli eventi continentali sotto l’etichetta
di Latin-America e Asia Pacific.
Il significato di questo premio, che arriva alla sua quindicesima
edizione in 30 anni andrebbe ricercato nell’albo d’oro, curiosando nei
quattordici podi che hanno premiato i primi tre delle quattordici edizioni
precedenti.
Le equazioni sono presto fatte, perché sopra ai premiati sono cadute in seguito una piogge di stelle, anche se a guardar bene solo uno dei vincitori, se non erro,
può oggi vantare le tre stelle Michelin. Si tratta di Regis Marcon, che quando
vinse il concorso nel 1995 di stelle ne aveva già una.
E’ quello uno dei soli due Bocuse d’Or che ho mai visto da quando il concorso
esiste (1987) e da quando pascolo tra le tavole d’Europa. L’altro l’ho visto esposto nella sala dell’allievo
di Marcon, Serge Vieira, a Chaudes-Aigues, che lo vinse nel 2005, dieci anni
dopo il suo maestro.
Sfogliando tutti i podi, e quindi moltiplicando 14 x 3, non vedo nessun
italiano occupare una delle 42 caselle disponibili. E qualcuno penserà: ecco, il solito sciovinismo francese. Li
avranno vinti tutti loro!
Invece non è così scontato che vinca sempre un francese, anzi, più
delle sette vittorie francesi a me fanno impressione le quattro vittorie
norvegesi, manco fossimo alle Olimpiadi Invernali piuttosto che ad un
campionato del mondo di cucina.
Alla fine il match si chiuderebbe quasi alla pari: Scandinavia-Francia
6-7 al tie break, volendo aggiungere ai quattro successi norvegesi quello dello
svedese Dahlgren (oggi due stelle Michelin al Matsalen di Stoccolma) e del
danese Kofoed del Geranium di Copenaghen, pure lui bistellato. A completare il quadro resta da aggiungere il successo Lussemburghese di Lèa Linster, unica donna a
riuscire nell’impresa, ma a cui il trofeo (un opera dello scultore César in quel caso) è stato recentemente rubato dal suo ristorante...
Neppure uno spagnolo nel medagliere, che conta undici diverse bandiere
premiate con oro, argento o bronzo. Non sotto forma di medaglie ma di statuette
a forma di Bocuse, come fosse un Oscar. Ecco, forse invece di un titolo di
Campione del Mondo potrebbe essere inteso come un Oscar di grande cucina, dove
Francia, Nord e Mittel Europa hanno per ora avuto la meglio, in attesa di conoscere
chi rappresenterà l’Italia e la Spagna alla prossima edizione.
gdf
qualche anno fa a copenagen dopo il noma andammo al geranium mangiando altrettanto bene seppure con una cucina diversa. Tu invece usasti la mia prenotazione che avevo per laguiole...
RispondiEliminale imprecazioni che mi mandasti le lasciai in danimarca.
C'è dunque rimasto del marcio in Danimarca?
EliminaUn bras de mer-d che divide il buono dal cattivo ?
Ti dovrai sentire in colpa tutta la vita :-)
Avevo di nuovo sbagliato a seguire i segnali, quelli che mi portarono poi da Marcon e Vieira