Vouvray, dunque Chenin 100% per questo fresco e beverino vino secco della Loira molto adeguato all’ora del aperitivo. Paglierino chiaro e profumi puliti di fiori bianchi con un sottofondo di pierre a fusil . Complessità non richiesta a questo petit enfant della Loira che arriva in tavola per una decina di euro o poco più e si accosta con dignità anche a qualche piatto d’entrata di un certo spessore come potrebbe essere un insalata di gamberi al vapore o un primo piatto di carattere quale potrebbe essere uno spaghettone alle vongole. La dicitura sec è apprezzabile nelle intenzioni, anche se sul fondo qualche traccia di delicata morbidezza affiora e appiattisce flebilmente la struttura che se no sarebbe molto più verticale, ma allontanerebbe leggermente il cliché più classico dell’appellation. Va giù bene, non pone problemi alla testa per eccesso di solfiti e si digerisce senza problemi. Per un pugno di monetine per oggi può andare bene così . -gdf-
Ah..Chenin Banc croce e delizia di noi appassionati, forse in questo momento il vitigno a bacca bianca che preferisco, non conosco il Vouvray di Margalleu ma di questo non posso che dire un gran bene: http://www.velier.it/Catalogo/index_categorie?id_prod=502
RispondiEliminaSono d'accordo, su Huet non ci sono discussioni, sono oggettivamente molto buoni, sicuramente sul podio dell'appellation. Questa è una cosa più semplice, per arrivare a mezzogiorno :-))
RispondiEliminasono uno dei maggiori bevitori di chenin in Italia, infatti il le clos del domaine st. Nicolas è il mio vino bianco quotidiano.
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