L'immagine qui sopra potrebbe simbolizzare un ritorno alle origini, una delle tipologie di vino che più a lungo ho approfondito, a partire dai primi anni '80 e sulla quale sto tornando con intenzioni bellicose nei confronti della tastiera. I capitoli sono già parecchi , poi toccherà a Sherry, Madeira ecc... ci vorrà del tempo, ma ormai la scimmia e rimontata sulla schiena e ha l'aria di quella che non se andrà facilmente. Ma non si può portare avanti un menù a botte di Jerez e Porto , e quindi ecco le altre gemme del pranzo di ieri:
Buonissimo Champagne bio di Boulard ! Monovitigno, chardonnay dall'appezzamento denominato Les Rachais. Vigne di una quarantina d'anni per questo extra brut dosato quindi pochissimo ( 3 gr x litro ) ma ugualmente morbido e per nulla ostico al palato. Deriva dalla vendemmia 2004, vinificato in barriques, nì collé ni filtré, mantiene una leggerezza di sentori fini tipici dello chardonnay con il delicato ricordo del passaggio in legno dolce di grana fine . Sboccatura del febbraio 2009, quindi già abbastanza per cominciare ad apprezzarne le sfumature derivate dall' affinamento in vetro. Va giù che è un piacere. Bottiglia finita a tempo di record.
Charmes, le charmant, il nobile terroir premier cru più flatteur secondo i vecchi contadini di Meursault. Se a questo aggiungiamo la felice mano modernista di Mikulski il quadro è al completo, e non sarà l'ironica etichettatura che ricorda il tratto approssimativo dei vecchi cantinieri a sviarci dall'evidenza. Vino giovanissimo ma già buono. Si appoggia ancora ovviamente sull'elevage ma in modo rilevante solo se paragonato ad altri piccoli produttori che fanno sentire ancor meno l'intervento del legno. Qui il frutto esuberante e la classe innata dei terreni premier cru di Meursault completano l'opera.
Monsieur Pinot ! Re-Bonjour Bernard. Nei freschi terreni di Lavaux St. Jacques Bernard Dugat ci va a piedi, due passi da casa. Così ha tutto il tempo e la comodità per andare a stressare quelle povere vigne che poi gli renderanno un succo meraviglioso, concentrato e profumato. Qui siamo nella magica annata 2005, dove anche il grado alcolico è sopra media, così come il frutto (ciliegia nera) sfacciatamente croccante e in grande evidenza su altri sentori che però cominciano a farsi avanti. Non ancora la vena tartufata quanto la vena iodata insieme ad una liquirizia esagerata. Radice di liquirizia che ho ancora in bocca il giorno dopo. Può piacere o lasciare perplessi, ma lo stile Dugat-Py è unico e sinora inimitabile ed è corretto che ogni appassionato di pinot noir ne provi qualche bottiglia per intendere quale potenziale può esprimere questo vitigno nel suo comune più vocato a evidenziarne la virilità, nelle mani di un interprete inimitabile come Bernard.
Il ritorno alle origini, una delle mie prima scimmie prepotentemente tornata. Ieri ho trovato questo, che è un LBV , quindi l'azienda ha deciso di protrarre l'invecchiamento del vino in botte per un periodo superiore ai due anni e mezzo che ne avrebbero consentito l'etichettatura più nobile : il Vintage. Perchè fanno queste cose a Vila Nova de Gaia? Avremo materiale su cui discuterne, intanto prendiamo atto che questo millesimo 1997 è stato messo in bottiglia nel 2001 e quindi si è fatto altri dieci anni di affinamento per riduzione dopo quattro per ossidazione. Il colore è ancora piuttosto acceso sul rubino ma i profumi di frutti rossi e prugna confit cominciano a fondersi su note speziate di cannella... insomma, il viaggio è iniziato.
Ma adesso è ora di andare a tavola:
Brandacujun, baccalà mantecato con sfoglie di verdure croccanti e salsa verde
Gamberi fritti in pasta kataifi su insalata di carciofi crudi e crema di fagioli, sfoglia al cumino.
Tradizionali ravioli di borragine in finissima sfoglia senza uova.
... poteva forse mancare lo spaghettino con le vongole veraci?
Cabillaud su crema di patate al limone.
Agnello al forno con carciofi.
Un idea di zuppa inglese in coppa Martini.
Ristorante La Meridiana
Roberto Rollino
Via Cesare Battisti
San Bartolomeo al Mare (IM)
- gdf -
ottimo pranzo di Pasqua.
RispondiEliminaComplimenti allo chef.
F.
The Rolling è una certezza della Riviera dei Fuori. Secondo me ancor di più ora che si è liberato dai condizionamenti che gli poteva dare La Femme. Qui si respira un aria diversa, si mangia bene, si ascolta buona musica, si guarda il mare, le colline, si spendono 50 euro. Cosa volere di più. Non ho neanche impostato il post incentrandolo sulla cucina perché ormai questo locale è una certezza sui temi classici e non volevo fare il ruffiano ;-)
RispondiEliminaquesta è una cucina che si mangia sempre volentieri... buono anche il prezzo.
RispondiEliminaA.
.....Il brainstorming con Rollino dà sempre buoni frutti.....
RispondiEliminaFulvia locaciuca
benvenuta da queste parti Fulvia!
RispondiEliminaDenghiù...sommelier! Vi mancavo un po'??
RispondiEliminaFulvia locaciuca
Certamente, of course, certainement ecc...!
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