Tanto per lo stile, quanto per l’inflessibile pervicacia nella ricerca qualitativa, Pol Roger è, tra le cd Grand Maison, quella che meglio incarna, il mio concetto di Champagne e, per conseguenza, quella di mio gradimento assoluto. Per onestà intellettuale, riconosco che, negli anni, mi ha reso non solamente un fedelissimo, ma ormai, anche “dipendente” – del resto, i tanti post, sono lì a certificare.
A tal proposito, accresce il mio convincimento, questo Chardonnay in purezza, millesimato, da vigneti di proprietà, dei villaggi di Avize, Cramant, Oiry, Oger, e Le Mesnil. Malò svolta, 8 anni sui lieviti, remuage à la main e una botta di vita daldègorgement.
La prima impressione è di un vino freschissimo che poteva starsene ancora, beatamente, in cantina. Freschezza che viaggia a braccetto con tutta l’eleganza che sa riservare, a questi livelli, la bacca bianca. Netti sono i richiami agrumati e di crema di mandorla, sostenuti da una solida ossatura minerale che trasuda iodio a bomba.
All’assaggio, tensione ed eleganza assumono connotati affascinanti, delineando, al contempo, un arco gustativo coerente e di grande compattezza.
Integro e virtuoso fino all’ultimo sorso, persistente, di rinfrescante sapidità gessosa, con nuances finali di pera e nocciola.
Jeunesse dorée.
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