Non più di settanta mila bottiglie, per
questo millesimato, la cui cuvée è
composta da 55 parti di Pinot Noir e 45 di Chardonnay, otto anni sui lieviti, tre
di sboccatura.
Un’espressione di maturità pervade il naso e coinvolge,
sostanzialmente, tutta la paletta aromatica. Domina, per dirla alla francese,
il carattere confit. E allora vai di agrumi
e frutta tropicale, mela e miele, fiori bianchi e frutta secca. Una cornice
minerale, non irresistibile, conclude questo schema olfattivo, già prefigurante
il successivo svolgimento.
Più unici che rari, i casi in cui la bocca
non segua il naso, ergo, la maturità tira dritto, con il suo ritmo, morbido ed
evoluto, affatto aiutato dalla acidità, la quale, ha smarrito la rotta e, di
fatto, il governo della pregiata materia.
La boccia, di fine perlage, naviga a vista, senza vibra, dando, a volte, l’impressione
di un colpo di reni che, nondimeno, non arriva, mentre affiorano dolcezze che,
di certo, non stimolano il sorso.
Millesimo assaggiato più volte nel corso di
varie degustazioni, sempre apprezzato per la sua freschezza e ampia texture, che stavolta mi coglie in
contropiede.
Servono controanalisi.
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