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Il fascino di secoli di storia di questo luogo sta annegando in milioni di tonnellate di cemento. Cantieri aperti ovunque, costruzioni sempre più esagerate, spazi vitali sempre più scarsi. Resta il mare e il ricordo dell'ultimo salone nautico, ma questo luogo non ha più quell'appeal degli scorsi decenni. Si salva -per ora- il Rocher, mentre il resto è diventato piuttosto invivibile. Ridatemi Cannes e tenetevi questo ammasso di beton tremolante sotto i colpi dei martelli pneumatici, gru, camion e ruspe.
Non ho neppure fotografato i veri scempi edilizi in corso di formazione, soffermandomi solo con uno sguardo sul mare, pure quello limitato, delimitato e popolato da ogni sorta di imbarcazione dei nuovi ricchi, che ne dovranno di mangiare di caviale prima di capire la differenza tra il vero lusso e la pura ostentazione della ricchezza.
Lassù, il Rocher. Chissà se sopravviverà alla speculazione edilizia, almeno quello.
Anche il Gran Caffé, giù alla Ste Devote non è più un ristorante italiano con lounge di gran classe, accontentandosi ora di proporre una formula assai variegata, come i gelati. Qui oggi si servono nel bel cubo di vetro dai panini prosciutto e formaggio, insalate, ma non mancano ambiziosi piatti al tartufo, foie gras e crostacei ...
Formula menù a 19 euro, che non sarebbe neanche male.
Peccato per la doppia Sambuchina con ghiaccio -piccola piccola- a 18 euro
Un frittino servito con l'aperitivo, salsa tartara
Polpo alla greca
Spada alla livornese
Gelato griffato, vini italiani al bicchiere di buon livello e conto finale di altissimo profilo
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