sabato 28 dicembre 2013

Lo chef che parlava agli astici

gdf


Libri, cavalli, musica, vini e cucina. E astici bretoni. Ah! l’homard breton… E al termine “bretone” la lampada del faro bretone sembra girare più in fretta e illuminare la scena focalizzandosi meglio su argomenti diversi dagli astici, di cui non sono particolarmente goloso, specialmente quando sono coriacei e chiusi nel loro carapace. Li rispetto, sono bretoni.


Jacques Thorel per esempio. Quello dell’Auberge Bretonne a La Roche Bernard, sulla costa occidentale della Bretagna. La Roche Bernard, dichiarata dall’intera Francia “Cité de caractere”. Un po’ meno in Avenue Breteuil, dove gli ispettori hanno sempre trovato un qualche buon motivo caratteriale per non assegnare il massimo della loro valutazione, salvo in un caso, ma non questo.

Non di stelle ma di carattere, i Bretoni ne hanno da vendere a tutto il resto del mondo, e io subisco quando mi sembra ne valga la pena per capirci qualche cosa in più, non importa l’argomento. Certo, se l’argomento è rappresentato da un Relais et Chateaux di sole undici deliziose camerette annesse al ristorante gastronomico due stelle Michelin e 18/20mi Gault Millau la mia sensibilità cresce.



Sapere che lo chef che parlava agli astici aveva hobby e passioni così diverse non faceva altro che accrescere il fascino e l’attrazione, il senso di un viaggio così lungo. 7000 libri di cucina in biblioteca e 36000 bottiglie di vini rari in cantina. Cos’altro cercare?

Ma perché quest’argomento oggi? Il perché lo nascondo in mezza riga qui in mezzo al resto, così ai disattenti sfuggirà, mentre ai più interessati -pochi a dire il vero- potrebbe riservare una lieta sorpresa.

Si, perché parlare di una situazione già andata in archivio da tempo sembra voler cercare la nota malinconica della storia. Storia che si è conclusa tre anni fa, quando Jacques Thorel aveva solo 55 anni ma più di quaranta di esperienza di fornelli. 

Pensione meritata quindi, ma la svolta psicologica, prima di ritornare alla lettura dei suoi libri stappando una delle sue rarissime bottiglie potrebbe essere stata motivata anche dall’ennesimo schiaffetto arrivato da Parigi verso la Bretagna, dove ci si aspettava che prima o poi potesse arrivare quella benedetta terza stella, privilegio del solo Roellinger da Cancale, mentre a Thorel ne fu levata una delle due.

E allora, l’ultima cena con lui ai fornelli, Thorel promise di servirla teatralmente proprio a Parigi, in Place de La Concorde, dentro al Crillon, ed in onore di Olivier Roellinger. Voilà! Coup de theatre e buona notte a tutti.

La stessa Gault Millau ammetteva che il proprio giudizio non godeva dell’unanimità di consensi, specialmente da parte dei molti clienti fiaccati dai tempi d’attesa al tavolo, dalla soppressione del servizio alla carta o di alcuni menù annunciati. 

Accadde anche a me, ma insomma, di sabato sera e in agosto in Bretagna bisogna prendere tutti e offrire quel che i pescatori hanno messo a disposizione. Andò maluccio, tra due menù dove l’unica differenza poteva essere individuata nella presenza o meno del solito astice bretone, quello coriaceo e ben chiuso nel suo carapace.

Ma non ne feci un dramma, cosciente che prima o poi il tempo avrebbe reso giustizia. Intanto imparai ad evitare la Bretagna nel mese di agosto, e poi attesi che gli eventi si incrociassero nuovamente, cosa che avvenne anni dopo, quando quelle famose bottiglie di Asteroide di Didier Dageneau (il miglior sauvignon del pianeta) arrivò al faro.

Ve l’ho menata per anni sul web con questa bottiglia, ma non è sempre la solita. Questa bottiglia che arrivò fin qui per vie traverse, ma proveniente proprio dalla cantina di Jacques Thorel, da quest’uomo ispirato da diverse passioni, che potrebbe nel prossimo futuro lasciare per qualche tempo i suoi impegni in giro per il mondo per portare ben più al largo il solito discorso con gli astici, prima di servirli alla sua maniera, Bretone, spero.

gdf

4 commenti:

  1. Si può dire che un sauvignon che si chiama Asteroide non può essere che spaziale :)peccato che di vini ci capisco meno che zero,bella lettura comunque,anche la precedente.

    TMC

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  2. Ah la Bretagne !!! Che terra meravigliosa, mi hai messo addosso una voglia di tornarci ! Per intanto mi metto a caccia, mentre tolgo la polvere dalla mia boccia di Pur Sang ! Buona vita Gardien ! Le Maire.

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  3. la prima foto?
    cosa dire?
    non serviva il testo
    serenamente, pacatamente

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