gdf
Libri, cavalli, musica, vini e cucina. E astici bretoni.
Ah! l’homard breton… E al termine “bretone” la lampada del faro bretone sembra
girare più in fretta e illuminare la scena focalizzandosi meglio su argomenti
diversi dagli astici, di cui non sono particolarmente goloso, specialmente
quando sono coriacei e chiusi nel loro carapace. Li rispetto, sono bretoni.
Jacques Thorel per esempio. Quello dell’Auberge Bretonne
a La Roche Bernard ,
sulla costa occidentale della Bretagna. La Roche Bernard , dichiarata
dall’intera Francia “Cité de caractere”. Un po’ meno in Avenue Breteuil, dove
gli ispettori hanno sempre trovato un qualche buon motivo caratteriale per non
assegnare il massimo della loro valutazione, salvo in un caso, ma non questo.
Non di stelle ma di carattere, i Bretoni ne hanno da
vendere a tutto il resto del mondo, e io subisco quando mi sembra ne valga la
pena per capirci qualche cosa in più, non importa l’argomento. Certo, se
l’argomento è rappresentato da un Relais et Chateaux di sole undici deliziose
camerette annesse al ristorante gastronomico due stelle Michelin e 18/20mi
Gault Millau la mia sensibilità cresce.
Sapere che lo chef che parlava agli astici aveva hobby e
passioni così diverse non faceva altro che accrescere il fascino e
l’attrazione, il senso di un viaggio così lungo. 7000 libri di cucina in
biblioteca e 36000 bottiglie di vini rari in cantina. Cos’altro cercare?
Ma perché quest’argomento oggi? Il perché lo nascondo in
mezza riga qui in mezzo al resto, così ai disattenti sfuggirà, mentre ai più
interessati -pochi a dire il vero- potrebbe riservare una lieta sorpresa.
Si, perché parlare di una situazione già andata in
archivio da tempo sembra voler cercare la nota malinconica della storia. Storia
che si è conclusa tre anni fa, quando Jacques Thorel aveva solo 55 anni ma più
di quaranta di esperienza di fornelli.
Pensione meritata quindi, ma la svolta psicologica, prima di ritornare alla lettura dei suoi libri stappando una delle sue rarissime bottiglie potrebbe essere stata motivata anche dall’ennesimo schiaffetto arrivato da Parigi versola Bretagna , dove ci si aspettava che prima o poi
potesse arrivare quella benedetta terza stella, privilegio del solo Roellinger
da Cancale, mentre a Thorel ne fu levata una delle due.
Pensione meritata quindi, ma la svolta psicologica, prima di ritornare alla lettura dei suoi libri stappando una delle sue rarissime bottiglie potrebbe essere stata motivata anche dall’ennesimo schiaffetto arrivato da Parigi verso
E allora, l’ultima cena con lui ai fornelli, Thorel promise di servirla teatralmente proprio a Parigi, in Place de La Concorde , dentro al
Crillon, ed in onore di Olivier Roellinger. Voilà! Coup de theatre e buona
notte a tutti.
La stessa Gault Millau ammetteva che il proprio giudizio
non godeva dell’unanimità di consensi, specialmente da parte dei molti clienti
fiaccati dai tempi d’attesa al tavolo, dalla soppressione del servizio alla
carta o di alcuni menù annunciati.
Accadde anche a me, ma insomma, di sabato
sera e in agosto in Bretagna bisogna prendere tutti e offrire quel che i
pescatori hanno messo a disposizione. Andò maluccio, tra due menù dove l’unica
differenza poteva essere individuata nella presenza o meno del solito astice
bretone, quello coriaceo e ben chiuso nel suo carapace.
Ma non ne feci un dramma, cosciente che prima o poi il
tempo avrebbe reso giustizia. Intanto imparai ad evitare la Bretagna nel mese di
agosto, e poi attesi che gli eventi si incrociassero nuovamente, cosa che
avvenne anni dopo, quando quelle famose bottiglie di Asteroide di Didier Dageneau
(il miglior sauvignon del pianeta) arrivò al faro.
Ve l’ho menata per anni sul web con questa bottiglia, ma non è sempre la solita. Questa bottiglia
che arrivò fin qui per vie traverse, ma proveniente proprio dalla cantina di
Jacques Thorel, da quest’uomo ispirato da diverse passioni, che potrebbe nel
prossimo futuro lasciare per qualche tempo i suoi impegni in giro per il mondo per portare ben più al largo il solito discorso con gli astici, prima di servirli alla sua maniera, Bretone, spero.
gdf
Si può dire che un sauvignon che si chiama Asteroide non può essere che spaziale :)peccato che di vini ci capisco meno che zero,bella lettura comunque,anche la precedente.
RispondiEliminaTMC
Ah la Bretagne !!! Che terra meravigliosa, mi hai messo addosso una voglia di tornarci ! Per intanto mi metto a caccia, mentre tolgo la polvere dalla mia boccia di Pur Sang ! Buona vita Gardien ! Le Maire.
RispondiEliminaPoesia, poesia
RispondiEliminaMerci
BB
la prima foto?
RispondiEliminacosa dire?
non serviva il testo
serenamente, pacatamente