gdf
Perché no! In piena estate, con tutto il meglio della frutta nella sua miglior stagione a disposizione è un’ottima soluzione, un’ottima idea, anche se non
molto diffusa. Anche molte verdure sarebbero e sono al top, invece questo chef
di lungo corso mi ha piacevolmente stupito virando tutto quanto un menù sulla
frutta di stagione. Del resto, gli basta alzare lo sguardo, qui a Ranzo, la
capitale della Pigato Valley, per trovare meravigliosi fichi maturi, pesche, uva,
prugne, limoni, pere, mele, fragole… e stupendi pomodori, che sempre dei frutti
sono.
Un menù che sembra una macedonia, tranne al capitolo
primi piatti, molto buoni e concentrati nei profumi e nei gusti primari che
sprigionano. A guardar bene non manca nulla, dal primo pre-antipasto da forno
all’ultima sequenza di biscotti di pasta frolla e piccole meringhe per chiudere
con un soffio dolce. In mezzo c’è del pesce di fiume e di mare, tanta pasta
fresca di ottima qualità, carni del territorio, così come i formaggi del
circondario. E poi i gelati fatti in casa e la confortante sequenza di dessert.
Mi sono impegnato, ma anche raccomandando piccole
porzioni più di tanto non si può esagerare. Peccato per il solito balzello (ma
per fortuna sempre meno diffuso): e cioè la voce coperto che sempre mi fa venire
l’orticaria, specialmente se applicato su un menù degustazione a prezzo già
prefissato. Alla carta, nei confronti dell’avventore di passaggio che mangia un
solo piatto di fretta e se ne va, lo posso anche capire (ma non mi adeguo), ma
a menù, pur se tariffato onestamente a 35 euro, non si dovrebbe applicare la
voce coperto. Metti il menù di 4/5 portate a 38 euro e basta. La chiarezza e la trasparenza è
sempre una voce gradita al turista, specialmente quello straniero che popola volentieri questi territori, ma che quando rientra nei propri paesi d'origine, questo pedaggio non è uso pagarlo.
Ristorante " Il Gallo della Checca" e cioè della Francesca. A Ranzo, luogo di produzione privilegiato del Pigato, al confine tra le provincie di Savona e Imperia.
Il nostro tavolo, apparecchiato in veranda, sotto un ulivo.
Gli interni classici, con boiserie, sedie imbottite, colori caldi, argenteria di peso, grandi bicchieri di cristallo e porcellane di pregio.
Il ristorante è anche enoteca, e punto di riferimento per i prodotti tipici locali
Controluce, al tavolo in veranda, sotto l'ulivo
La biondina dagli occhi verdi. La gloria vinicola locale, e anche una delle più prestigiose etichette della regione. Le Russeghine : da "terre rosse", nel gergo locale. Vero e proprio cru da vecchie vigne di proprietà dell'Azienda Agricola Bruna. Pigato sapido, marino, minerale e dai sentimenti profondi espressi in foglie ma tirati fuori dalle radici delle erbe aromatiche di questo territorio. Questa quarantesima edizione si butta sugli agrumi gialli e sulla pesca del medesimo colore; quindi anche lui sui frutti del territorio, insieme ai riflessi verdi che ha negli occhi, quelli che gli hanno donato le erbe aromatiche. Perfetto con gli gnocchi di patate rosse di Bacelega (qui vicino), conditi con pesto. A pioggia!
Mentre lo bevo mi rilasso, poi penso alla definizione di "beverino" riferito a "U Baccan", Il Capo; che ho letto da qualche parte sul web, recentemente. Il fratello maggiore de "Le Russeghine". Il vino più complesso, più ostico, più misterioso ed indecifrabile di queste terre, altro che beverino. Ma come ben sappiamo, non dobbiamo credere a tutto quel che leggiamo sul web.
Va bene anche qui il Pigato d'autore; con questo fine fagottino cotto in forno e riempito da una fine farcia di patate ed erbe aromatiche. Coulis di pomodoro fresco.
Bene anche qui, con questa "bruschetta" di pomodoro cuore di bue al timo e maggiorana, fini lamelle di trota salmonata e marinata a secco.
Una pera del giardino, ancora calda, cotta in vino rosso speziato, uva bianca e uva nera confit. Una scusa per qualche fettina di -inaspettato ma graditissimo- culatello 24 mesi.
La pesca, i limoni confit, il chicco d'uva, le fettine di fichi. Una macedonia intervallata da fettine sottili di tonnetto "bonito" marinato a secco, come la trota, ma lasciato troppo ad asciugare assume connotazioni troppo marcate, effetto bottarga.
Impeccabili gnocchetti di patate rosse al pesto.
Basilico a chilometro zero, patate a chilometro uno, aglio di Vessalico a chilometri cinque.
Basilico a chilometro zero, patate a chilometro uno, aglio di Vessalico a chilometri cinque.
Senza commenti o elementi superflui.
I ravioli farciti di erbe spontanee con il ragù della nonna di Ugo, il cuoco della casa; fatto con carne tagliata al coltello, le classiche verdure: cipolla, sedano, carota e pomodoro... tanto cuore, rosmarino e un pochino di timo.
Giochiamo di nuovo in casa (Ranzo) anche con questo caratteristico rosso da uve Ormeasco 100%, vinificato in acciaio senza aggiunta di lieviti estranei (si sa, i foresti sono sempre guardati con sospetto nell'entroterra), ed in seguito maturato in legno, credo grande, almeno così mi indica il naso. Resta molto sulla frutta rossa ma si allarga fino alla prugna. L'Azienda Agricola si chiama La Casetta.
La prugna: la varietà "ramasin", cotta e in coulis ad accompagnare il tenerissimo e gustoso filetto di maiale arrostito alle erbe, ben rosato all'interno.
Anche i formaggi sono a chilometro unitario. Donati si chiama il produttore, che siano di mucca o di capra, freschi o stagionati, comunque accompagnati di nuovo da frutta fresca come la pera al miele e il fico con la sua composta, e infine dalla cugnà, dove i diversi frutti cotti sono i protagonisti.
Qualche frollino... alla frutta e non.
I tre gelati del giorno: crema, fior di latte e limone.
Il servizio per il tè
Un paio di grappe di Berta...
... e un comodo cuscino per dormire sul prato, sotto l'ospitale ulivo.
Ristorante Il Gallo Della Checca
Borgo Ponterotto, 31/B Ranzo IM 18020
Telefono: 0183 318197
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I vini:
gdf
Il coperto sul degustazione se la gioca col calice iniziale di deludenti bollicine che alcuni offrono in conto.
RispondiEliminaPer il resto ripetibilissimo, la frutta come sai mi affascina...
Meno male che c'era una gallo sul cuscino, avrà cantato all'Alba alla quale affido la traduzione del commento che sembra scritto da chi si è svegliato solo al 50%.
Mi è sembrato di intravedere un barone rosso in pantaloni rosa ma non credo sia Snoopy,
M 50&50
..quello pilotava un " Sopwith Camel"....la Culinaria,..non è un'associazione di piloti gay ....
EliminaAnche io a quest'ora sono sveglia al 50% e ho avuto anche le nausee mattutine quando ho visto quei pantaloni. Tra circa tre ore, chiederò al mio genio della lampada di portarmi un piatto di quegli gnocchi ed il vassoio dei formaggi così com'è.
RispondiEliminaAlba
La questione del coperto rimane un tema caldo dell'estate.... estate tutta italiana
RispondiEliminaBB
Alla voce coperto un tempo mi indisponevo, ora sorrido e scuoto la capa. Come sottolinei, giustamente, basterebbe spalmare i 3 euri sui piatti del menù. Che ce vò? E non parliamo delle cifre, che viaggiano dritte verso il deca, dei ristò di rango, insigniti dei galloni dalle varie guide.
RispondiEliminaMario
Gran bel posto la Liguria ponentina e grandi prodotti,peccato che ci si vende male e alle solite orde di turisti doctor sholl ;)Si potrebbe fare molto meglio per questa lingua di terra e non solo questa.
RispondiEliminaTMC