gdf
Ci ho aggiunto un accento che non c'è, ma resta comunque difficile pronunciarlo correttamente, miscelando catalano e provenzale, e quindi mi sono venuto incontro. A volte chiedo agli altri: come sto?
Più o meno dovrebbe essere buttato fuori dai denti così, ma con coraggio e decisione, come sputando: Iiorcà! Adesso che tutto è più chiaro posso partire con il consueto raccontino infarcito di cose vecchie e nuove.
Lo chef disse a Monsù l'ispettore: basta con la cucina di Palazzo, mi ritiro in collina a fare bistecche
alla griglia. L’ispettore si accese un sigaro guardando lontano l'orizzonte. No, a occhio non pareva convinto, neanche dopo il secondo Bas Armagnac.
Se ce l’hai nel sangue
l’alta cucina non ne puoi fare a meno, istintivamente anche una bistecca alla
griglia non potrà mai essere così banale. Banale può sembrare il concetto, ma
sarà il risultato nel piatto a parlare, a dire la prima e l’ultima parola. E
così l’ispettore, anche contro tutte le previsioni e le intenzioni, si vide
costretto dalla sua etica a conferirgli di nuovo una stella: la sesta.
L’inseguimento continua sulla
strada di St.Paul de Vence, come su un circuito tortuoso partito da qui sotto;
qui sotto anche se si chiama Haut de Cagnes, dove al Ristorante dei Pittori
Alain Llorca cominciò ad usare al meglio la sua tavolozza di colori e di sapori
vivi e nitidi come la solo la luce della Provenza li può rivelare.
Restaurant des Peintres, dove fu inevitabilmente notato da Madame Augier, che invitò gentilmente il ragazzo ventinovenne a prendere in mano le cucine de Le Chanteclair, dentro il mitico Negresco niçoise, per riportare quel ristorante a dominare la città. Due stelle anche li, prima di subentrare con il medesimo stellaggio al grande Roger Vergé, giubilato nel Moulin de Mougins.
Restaurant des Peintres, dove fu inevitabilmente notato da Madame Augier, che invitò gentilmente il ragazzo ventinovenne a prendere in mano le cucine de Le Chanteclair, dentro il mitico Negresco niçoise, per riportare quel ristorante a dominare la città. Due stelle anche li, prima di subentrare con il medesimo stellaggio al grande Roger Vergé, giubilato nel Moulin de Mougins.
La sua cucina sanguigna è stata come
una corrida, è sangue catalano il suo, quello che si sente sia nelle esecuzioni
di cucina quanto in quella di rotisseur. La sua Ronde de Tapas dentro il Negresco provocò stupore al Palazzo; ma poi, visto cosa combinarono i suoi conterranei sembrò acqua di mare. Molti tra quelli rappresentati nelle loro opere alla fondazione Maeght -qui dietro- mangerebbero da lui volentieri.
Definire rotisseur uno chef che continua a mettere in carta la tartare di filetto di manzo al caviale d’Aquitania con purè di patate affumicate pare proprio riduttivo. O le animelle croccanti in padellata di funghi selvaggi. Ma griglia ola ola ola plancha che siano, dominano la scena, non esitando a prendersi tutto lo spazio necessario nella sala principale del ristorante diLa Colle
sur Loup, con servizio in terrazza e splendida vista su St.Paul de Vence.
Definire rotisseur uno chef che continua a mettere in carta la tartare di filetto di manzo al caviale d’Aquitania con purè di patate affumicate pare proprio riduttivo. O le animelle croccanti in padellata di funghi selvaggi. Ma griglia ola ola ola plancha che siano, dominano la scena, non esitando a prendersi tutto lo spazio necessario nella sala principale del ristorante di
Si, la villa è quella che si
chiamava Diamant Rose, che fu uno dei più eleganti ristoranti della Costa
Azzurra negli anni ’80. Ora è tutto più semplificato, meno pomposo di quando
l’aragosta veniva servita in una divina insalata di pomodori cuori bue,
mozzarella fior di latte all’olio di basilico. La mia rossa apprezzò. Il profumo di basilico si sente
sempre, ma è il richiamo spagnolo che arriva prepotente, sapendo riconoscere il
profumo di un pesce bianco cotto a la plancha.
Puoi spendere 38 euro per un
piccolo menù, puoi spendere un po’ di più per quello che vuoi mangiare
grigliato, scegliendoti anche il tuo “contorno” aggiuntivo preferito.
Democraticamente ti sarà consentito anche di scegliere quale salsa preferisci:
Sauce Tartare, Sauce Roquefort, Sauce Poivre…ecc
Ma se ti vuoi lanciare su
caviale, tartufo, branzino, astice o nobili asparagi, la cucina di Llorca si
ricorda che qui il pubblico ce la può ancora a fare a lasciare sul tavolo da
gioco più di 200 euro a testa senza un sussulto. E allora perché privarli o
privarsi del lusso di farlo?
Ma noi oggi proviamo a ripartire
dal basso con Llorca, dal difficile, iniziando dal menù a 38 euro, o per
l’esattezza dal carte-menu, da cui poter scegliere due piatti e un dessert. Per
non sbagliarci li abbiamo brucati quasi tutti.
Pass caldo con lampade... |
Vecchia volpe del Moulin: allora ce la potrei ancora fare anch'io |
gdf
Due post carichi di nostalgia,per un diversamente giovane come me,ricordando la stradina in salita che portava al ristorantino di Llorca ,lui in cucina e il socio in sala e basta,pieni di entusiasmo,giovani ma in testa una cucina già diversa che amavano spiegare.E poi Ducasse che prima al Juana e poi al Louis xv mi riconciliò,in particolare, con la cucina di pesce deila Cote.
RispondiEliminaRo.
la location è molto bella. attendiamo i piatti dello chef, e del pasticcere...
RispondiEliminaB
La piazzetta alberata consentiva un parcheggio comodo, sempre che le gambe fossero buone. La salita di pietre arrotondate dai secoli sale irta, senza pause. Poco prima della fine, sulla sinistra, le Restaurant des Peintres. Poco più in là, al termine del borgo, la Rotisserie Josy Jo; e girando intorno alle mura il nobile Cagnard. Tre stellati in 5oo metri. Che bello scegliere.
RispondiEliminaE in 500 metri tre mondi completamente diversi !
EliminaRo.
Ciao! Ho notato che spesso parliamo degli stessi luoghi, bhè... tu sei un pò più bravo di me a fare le foto ma proprio pochissimo :-) Comunque complimenti, hai un blog davvero interessante. Un saluto, Pigmy.
RispondiEliminaDei “SALIGIA” dipinti da El Bosco, sapevo di averne uno, che, senza voler offendere nessuno, credo accomuni chi ti legge, oggi pur non sapendo ancora cos’abbiate potuto brucare a 38 sento già una piccola punta d’invidia…
RispondiEliminaMarco 50&50
P.S. Topina ti seguo
Grazie!
EliminaSi, la topina della valle argentina la scoprii nel bianco cavallo taggiasco
RispondiElimina:-)
EliminaSi topina, tieni anche conto che questo blog è spesso popolato da gatti randagi, non solo taggiaschi ;-)
EliminaGatto che miagola non demorde...
EliminaMarco 50&50