gdf
Mi viene incontro in un quadro tra i meno probabili. Uno come lui qui dentro cosa c'entra? E lui difatti si muove con circospezione in quell’ambiente. Lo conoscono, tutti, e lui lo sa. Anch’io lo conosco, ma lui non lo sa, anzi, lo saprebbe ma non se lo può ricordare, senza colpe.
Si muove con evidente disagio sotto il tempio. Almeno, io lo percepisco così. L’amico che cerca di
curarmi il corpo me lo riavvicina. L’incontro potrebbe scatenare scintille. Lui
sa di aver dato molto al mondo che lui ama. Mi da la sensazione di chi stia ancora cercando consenso e riconoscenza, mai domo. Mi guarda così così, non sapendo che anch’io amo quel
mondo che ha amato e che ama ancora tanto, quello degli alcolisti con un nome e un cognome.
Non più anonimi, lo colgo lì, ricordandogli che quando lui decise di dare da
mangiare piuttosto che da bere alla gente, ero già lì a mangiare, ma lui mi
chiese se volevo bere. Te lo puoi dimenticare un cuoco che appena ti siedi al
tavolo ti viene a chiedere se prima vuoi farti due Dry Martini al banco? Il
nostalgico Manara, che non disegna su un foglio ma che incide nella memoria con il ghiaccio. Andiamocene da qui, me lo dice chiaro: togliamoci dal Sacro e rifugiamoci nello Spirito.
A Giorgio non si poteva dire di no, a chi di Dry Martini in
coppetta baby te ne poteva far bere anche sei senza mandarti a dormire in
spiaggia, ma a mangiare due piatti di crostacei con qualche coppa di Champagne,
buttato giù come la Perrier ,
a spegnere il gin. Per riaccenderlo più tardi, tornando a far girare il
medesimo disco, ma a giri diversi. Giorgio oggi è mediatico: p.c. portatile, macchina fotografica digitale, blog acquisito. Winston e Dry Martini sul tavolo. La coppetta giusta, quella da appoggiare alle labbra tre volte: i tre sorsi biblici, finché sarà fragrante, e perché la tastiera abbia finalmente qualche cosa da dire oltre il banale.
Casa sua non lo posso rivelare dove si trova, perchè sono già geloso, e perché, già così, sembra di stare sul set di C’è Gigi e la Cremeria. Il citofono
non la smette di farsi sentire; sono i suoi amici, di tutte le età, neppure stupiti
di trovare nuovi ospiti al suo tavolo.
Dove sarà finito il mixing glass? Non importa, ci si arrangia, come solo i maestri del bere miscelato e delle conversazioni ben miscelate sanno fare. "... le donne sono autorizzate a toccarmi solo dall'ombelico in giù, il resto è superfluo..." Tra le tante di una sera...
Dove sarà finito il mixing glass? Non importa, ci si arrangia, come solo i maestri del bere miscelato e delle conversazioni ben miscelate sanno fare. "... le donne sono autorizzate a toccarmi solo dall'ombelico in giù, il resto è superfluo..." Tra le tante di una sera...
Transatlantici e Grand Hotel hanno fatto scuola. La Colombo, la Raffaello, la Michelangelo... Ti devi svegliare, e rimanere sveglio a lungo per arrivare a rivedere l'alba. Adesso il profumo del gin si confonde con la Noilly Prat e le erbe aromatiche, quelle che gli servono per cucinare quando ne ha voglia di farlo per se, ma soprattutto per gli altri. Chissà se tra vent'anni anch'io avrò piacere di ricevere al mio faro quelli come me, quelli come me ma che avranno vent'anni meno di me.
Mi dice che il posto più sfigato sulla terra ferma dove ha indossato la livrea da giovane uomo dei cocktail è il Negresco, sulla Promenade; non serve dire altro. Non si può : il citofono suona di nuovo, e i Dry Martini si allungano in lista d’attesa. Sigaretta?
Non fumo d’abitudine, fumo per condivisione. Tutti i vizi possono avere un senso, se decido che un senso lo debbano avere. Arriva anche l'invito a cena. Grazie Giorgio, Giorgio Manara, e grazie Gabriele, il mio farmacista che ha capito che sono curabile solo con l'omeopatia. Andiamo in cucina Giorgio: mi metto anch'io un grembiule da cucina. Gli piacciono molto le salse, come a me: sapide, cremose, acide, dolci, piccanti.
Sopra la cucina c'è una mensola da dove occhieggia l'Harissa du Cap Bon. Anch'io la uso al faro. C'è un faro mediterraneo inciso sopra le confezioni. E' il Manara di Djerba, El Manara in arabo significa Il Faro, il luogo della luce.
Non fumo d’abitudine, fumo per condivisione. Tutti i vizi possono avere un senso, se decido che un senso lo debbano avere. Arriva anche l'invito a cena. Grazie Giorgio, Giorgio Manara, e grazie Gabriele, il mio farmacista che ha capito che sono curabile solo con l'omeopatia. Andiamo in cucina Giorgio: mi metto anch'io un grembiule da cucina. Gli piacciono molto le salse, come a me: sapide, cremose, acide, dolci, piccanti.
Sopra la cucina c'è una mensola da dove occhieggia l'Harissa du Cap Bon. Anch'io la uso al faro. C'è un faro mediterraneo inciso sopra le confezioni. E' il Manara di Djerba, El Manara in arabo significa Il Faro, il luogo della luce.
Da César Ritz a Carlo Cracco
L'uovo alla Benedict...
Risotto con i gamberi nascosti...
Un assaggio di fritto di St.Jacques e baccalà; salsa tartara
Bavarese di pera al coulis di lamponi
Cioccolato bianco e nero con pinoli tostati, uvetta e cedro candito... fatto in mezzora
El Manara
al tramonto con un cubano acceso e un bicchiere nell'altra mano...
RispondiElimina...un bicchiere sempre vuoto per poter essere riempito, da un faro all'altro
RispondiEliminaB
Bella storia e grande personaggio, ma non so chi più dei due ;-)
RispondiEliminaR
.....Guardiano,....mi fai arrossire...comunque tieni duro, che la storia comincia da qui !!!!!El Manara..
RispondiEliminaBravo, Bravo,...Bravo ! il Faro!
RispondiElimina...sopratutto che sei riuscito a scovara subito la Harissa di : El Manara du Cap Bon !
RispondiEliminaPiccante sei
RispondiEliminache non disegna su un foglio ma che incide nella memoria con il ghiaccio
RispondiEliminaContento di essere stato l'artefice dell'incontro di due grandi personaggi...e complimenti gdf hai tratteggiato El Manara con un tocco d'artista:)
RispondiEliminaG.
Grazie a te
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