mercoledì 11 ottobre 2017

Un finale a secco ma complesso

- gdf dry -

Volendo puntare ad una week-web assolutamente tranquilla basta parlare di vino. Una settimana impegnativa questa per me, pure questa. Non si può mangiare, bere e pubblicare tutto insieme. Si può però dedicare un post ad un argomento assolutamente inutile e che interessa quasi a nessuno e così dedicarsi tranquillamente ad altro, puntando ad un equo zero a zero di interesse collettivo. Il famoso post riempitivo.

Ecco l'argomentone riempitivo: cosa bere a fine pasto?

Seppellito l'interesse per il distillato da fine pasto, anche il vino da dessert sta finendo nel disinteresse più totale. Il moscato per finire in leggerezza? Per cortesia. Ti sei mangiato lo scibile commestibile e bevuto l'altrettanto enologico e poi il sommelier ti dice " un Moscato per chiudere in freschezza e in leggerezza?" Beh, no, grazie. Il Moscato me lo bevo a colazione, o al massimo verso le 11 con due gamberi crudi. Sai come ci stà bene un gambero crudo con un Moscato d'autore di Ca'd'Gal.



Il passito? si ma deve essere una cosa che ti rimane attaccata ai visceri fino a venerdì se no ti lascia solo la voglia di qualche altra cosa. Il dolce, come il salato non ti da scampo, anzi ti invita ad ordinarlo.

Il Sauternes? si ma all'aperitivo e accompagnato da un torcione di foie gras mi cuit.

A secco, come mi è accaduto spesso negli ultimi tempi, dove intelligenti sommelier hanno colto il momento e, siccome i dolci ormai -ad alto livello- non sono più dolci ma piatti di chiusura interlocutoria si prestano bene ad evoluzioni alcoliche dai 15 gradi in su, che girano in tondo, dalla Sicilia al Jura, dal Roussillon a Jerez, fino a Madeira.

gdf

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