giovedì 8 gennaio 2015

Sicilia Liguria coast to coast


del Guardiano del Faro


Fare cucina fusion senza confusion non è affatto semplice, salvo aver bene in mente quale siano le ricette storiche di una regione e sovrapporle con giudizio usando materie prime di una zona diversa. Il caso più limpido e rilevante in Italia credo possa essere comunemente inteso quello di Villa Crespi, dove Tonino Cannavacciuolo unisce la penisola in un Orta - Sorrento andata e ritorno. Pendolarismo gastronomico potremmo definirlo.


Qui, all'Acquolina di Ospedaletti, con le dovute proporzioni, Davide La Rosa, ventitreenne originario di Niscemi -in provincia di Caltanissetta- sta istintivamente percorrendo questo itinerario insidioso ma pieno di stimolanti sentieri da esplorare.


Curiosamente, anche la socia della proprietà del locale, Tiziana Caravotta, arriva proprio da Niscemi, e quindi anche il dialogo nella stessa lingua non manca. Che fare quindi? Beh, intanto guardarsi intorno quando si va a far la spesa del pesce e delle verdure fresche, e poi immaginare toni e colori di laggiù, filtrando i risultati attraverso il parere del pubblico pagante, magari non ancora pronto a capire il senso di questa apertura al "diverso", ma semplicemente compiaciuto dal risultato nel piatto, che deve essere innanzitutto buono, ma che se è anche originale e diverso dagli altri locali limitrofi meglio ancora.


Se non sei famoso nessuno arriva con il fucile puntato, e questo ristorante è appena entrato (con buone menzioni) su due guide non di primissimo piano, la Gantié francese e il Touring italiano, quindi si può lavorare con calma, aspettando che le situazioni si evolvano, si stabilizzino, centrando una alla volta diverse intuizioni, focalizzandole e codificandole, fondendo ricette e incrociando prodotti di qui e di là del Tirreno, navigando a vista, neppure troppo distante dalla luce del Faro, che un occhio di riguardo verso questo locale non l'ha mai negato.

Davide La Rosa, 23 anni, da Niscemi (CL)

2012. Era già buono subito, ma adesso è ottimo, con toni fusi di timo e camomilla ...

Il lingotto di gamberi crudi di Sanremo su crostini, finocchio, mandorle, pesto alla menta ...


Il filetto di baccalà in crosta di pistacchi di Bronte, scorze di limone e pomodoro essiccato


Pasta e lenticchie di Ustica, presidio slow food

Il raviolone alla Norma


Baccalà in zuppa d'arancia e crudo di finocchio all'olio da Taggiasche


Calamari arrostiti al timo, bietole (che potrebbe diventare Sanapone siciliano) e olive taggiasche


Pre dessert al cioccolato fondente e frutti rossi

L'immancabile cannolo siciliano ... filologicamente corretto, e da mangiare rigorosamente con le mani

Acquolina 
Piazza San Giovanni Battista, 7, Ospedaletti IM 
Tel : 0184 683687

gdf

1 commento:

  1. Semplice e per questo efficace, il piatto col Presidio, legumi, pasta, un filo d’olio.
    Chi a cena esce spesso e chi, a maggior ragione, esce poco&volentieri, se trova in carta anche un piatto confortante e, probabilmente, di conforto anche per il portafoglio, riduce i rischi, di costo e di innovazione totale e a volte “forzata”.

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