Marco 50&50
Ieri, colpevolmente in ritardo sulla tabella di marcia di chi sta al passo coi tempi, abbiamo provato per la prima volta una cena utilizzando la formula “Groupon”.
La marcia comunque l’ho fatta, visto che mi sono sparato cinquemila passi lunghi e ben distesi per arrivare in Piazza Sant’Eustorgio e nell’omonimo ma non anonimo ristorante, che, se fosse un balcone, lo potremmo definire piacevolmente affacciato su una bella piazza milanese, gradevolmente illuminata e saggiamente chiusa al traffico ma non, come si evince, ai posteggiatori abusivi.
Non riesco a capire se sono mezzo milanese col fiato corto, mezzo belino dal braccino corto o mezzo toscano a corto di idee per riuscire a scovare una bella bistecca da accompagnare ad un rosso toscano, probabilmente mezzo scemo se, in piedi e controvento, aspetto ancora un po’ ad entrare e ad accomodarmi al caldo.
Sposato in una succursale brianzola del Santo&Ristoratore ho sposato l’idea Groupon per vedere l’effetto che fa un piatto in saldo, la bilancia, infatti, pende favorevolmente dalla nostra parte, resta da vedere se quel poco (e poco è dir tanto) che abbiamo già speso con largo anticipo un mesetto fa, è buttato al vento milanese che in giornata ci ha permesso perfino la vista parziale di un lampo di cielo.
Le notturne tra amici sono sempre “borderbinario”, se poi si chiede di fare qualche foto proprio a chi, distratto da “uozap”, ha tenuto costantemente alzato gomito&telefonino i risultati sono prevedibili e le foto movimentate come la serata, all’allegro fotografo è più probabile che venga il gomito del tennista che una foto decente.
Forse Groupon non è fotosensibile ma sembra sia la società in grado di fare un miliardo di dollari di fatturato più velocemente di qualsiasi altra attività di sempre.
Veniamo gentilmente accolti e fatti accomodare ad un bel tavolo tondo, temperatura del locale ottimale, cameriera garbata, precisa e “ben distribuita” in circa centottanta centimetri di total black tacco più tacco meno.
Tutti i tavoli occupati, tutti occupati a sorseggiare calici introduttivi di bollicine che verranno serviti più volte ad accompagnare l’antipasto, su uno stuzzicante tagliere d’aperitivo troveremo, crudo, finocchiona, bruschettina al pomodoro, crostino al formaggio, crocchetta di riso e crocchetta di verdure
Stapperanno per noi diverse bottiglie di rosso, una di bianco, svariate mezze minerali addizionate e, soprattutto, ci serviranno su piatti bollenti una più che discreta tagliata in versione tris (sale grosso, olio toscano, aceto balsamico) guarnita con patate arrosto a fette e l’immancabile rucola dietro l’angolo.
Dopo le chiacchiere (ma per Carnevale c’è tempo) e prima del caffè, ci viene chiesto di scegliere il dolce, tra panna cotta, torta al cioccolato&pere, torta di mele e sorbetto.
Tutti i piatti, che si sono giustamente rifiutati di prestarsi alle foto di rito, ci sono stati serviti con estrema gentilezza, quasi al limite del coinvolgimento emotivo, l’amazzone con la coda e senza cavallo ci deve aver preso per un gruppo di innocui arzilli vecchietti.
Una considerazione prima dei titoli di coda, Groupon è un’opportunità, nel caso specifico euro sedici per una serata tra amici credo siano stati ben spesi, molti ne fanno un uso più svariato acquistando tutto e solo via web, famiglie con un paio di figli escono in quattro al prezzo di uno, si risparmia sui letti, sui divani, sui viaggi, sui massaggi e ci si chiede se sia da saggi spendere di più, cenare a prezzo pieno che senso avrebbe, visto che è possibile utilizzarlo (Groupon) anche per cene in locali stellati come Sadler ad esempio.
Il mio pensierino della sera, tagliata la tagliata e tagliata la corda dall’accogliente locale, è che non si esce a cena partendo dal concetto base, per cui piatto piatto, di risparmiare, si perderebbe la poesia che è l’unica cosa che non voglio perdere.
M 50&50
Da frequentatore assiduo di foodgroupon, essendo in quattro la strada è segnata, posso consigliare di andare sempre in locali di alta qualità, per non aver sorprese anche se con poche spese, ed in compagnia di grandi amici che, ogni anche se piccolo difetto non te lo fanno notare e diventa diletto.
RispondiEliminaSono nelle tue mani, come la macchina fotografica, devo preoccuparmi...
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