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Chi non ha visto il Report televisivo di Rai 3 sulla pizza napoletana farebbe bene a ricercarlo sul web. Acronimi promettenti quanto fantasiosi e spesso disattesi come VPN o STG male si accostano alla dura verità emersa. Non che ci fossero grandi dubbi o grandi speranze, però una cosa è immaginare mentre la verifica fatta dal giornalismo d’inchiesta può veramente bruciare le dita. Farine, lieviti, salsa di pomodoro, mozzarella e olio potrebbero essere di migliore qualità e di provenienza meno incerta di quanto si è potuto osservare, mentre al tradizionale forno a legna è stato inferta una badilata definitiva. Fumi, residui di materiale combusto e sporcizia assortita chiudono un cerchio mortale intorno alla nostra cara pizza comfort food, che sarebbe meglio farsela in casa se non vogliamo ingerire materiale cancerogeno. Per non pensare alle intolleranze, il cui 90% sono originate da tre elementi : frumento, latte e derivati, solanacee. Praticamente i tre elementi fondamentali di quella che apparirebbe a prima vista come un'innocua margherita.
E allora, fidarsi è bene, ma
anche passare un dito nel forno prima di ordinare la pizza non sarebbe male per
tutelarsi. Mi invitano a farlo, qui, in questo moderno locale di Diano Marina,
dove il forno elettrico (molto potente), è di quelli a piastra circolare, dove
la pizza la puoi inserire senza doverti preoccupare di girarla, rigirarla,
spostarla, alzarla e bla bla bla. Tu la metti lì e quando è pronta è il forno
che te lo dice. Manca un po’ di poesia e di manualità a tutto questo, ma dopo
aver avuto la conferma di come stanno mediamente le cose … beh, ben venga il
forno intelligente, e ancor meglio farine di qualità garantita, con particolare
attenzione ai celiaci, che chissà, forse proprio per eccesso di assunzione di
farine 00 e Manitoba hanno sviluppato la malattia.
E ancora, olio extra vergine,
e gli altri ingredienti che qui alla Tavernazero possono essere a chilometro
zero o presidi Slow Food. Ci vuole un po’ di buona volontà e qualche grammo di
cultura alimentare, in un settore dove la normalità non è questa ma le
scorciatoie e le furbate .
Il successo così pare
garantito, sia sul fronte pizza che sulla cucina cucinata, in un quadro
generale (Diano Marina) dove a distanza di qualche anno ho trovato parecchi
locali nuovi o rinnovati, almeno esteticamente. Dai wine bar al sushi bar su
nastro rotante, passando da pizzerie e trattorie che si sono rifatte il look.
E anche il vecchio locale del
nostro amico Roberto Rollino (La Femme) ha cambiato insegna e stile di cucina,
ed è addirittura diventato il numero uno di TripAdvisor su una novantina di
locali della bella cittadina della Riviera di Ponente. In fondo al post anche un accenno a quel locale ... intanto la Tavernazero.
Mise en place all'interno
La cucina a vista, e ben separata dalla zona dedicata al forno dove si preparano le pizze
Due gli spazi all'aperto, uno sulla via pedonale principale e l'altro in un riparato cortiletto
Fresco e profumato uvaggio dall'Abbazia di Novacella tariffato onestamente a 16 euro
Il pane fatto in casa è un bel biglietto da visita. Molto buono.
Quasi come una brandade provenzale questo brandacujun. Molto concentrato di sapore
Piccagge al pesto decisamente convincenti
Così come il fritto misto di pescato, asciutto e croccante.
Nell'onesta burridda di seppie c'è un fondo delizioso, ma troppe patate
E così non resta spazio per i dessert maison
Un altro plus: il locale è sempre aperto, tutti i giorni a pranzo e cena.
Si spendono mediamente 25/30 euro. Per le pizze ovviamente molto meno.
Tavernazero
Nico Gianassi & Daniele Sessa
Via Milano, 39
Diano Marina
Tel 0183493198
Due passi per vedere cos'è diventato il vecchio La Femme di Rollino, oggi un numero uno di TripAdvisor su 87 locali recensiti...
Oggi si chiama: da Arturo e Daniele , o Daniele e Arturo
Buoni propositi
La carta
gdf
Ma come lo fanno il risotto al vino rosso (16 euro!) Arturo e Daniele? Con il Sassicaia?
RispondiEliminaFranck
No, 32 euro, perché è minimo per due persone
RispondiEliminaGML
pero' di questi tempi.........
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