- del Guardiano del Faro -
In controtendenza. Che si investa nell'Hotellerie a Sanremo
è già una notizia quando per anni molti hanno cercato di cambiare la
destinazione degli immobili, optando per il concetto di residenziale o
residence. Che si investa nell'Hotellerie di alta gamma non fa altro che
rialzare ulteriormente l'interesse sulla notizia medesima.
Ma non basta, perché dopo l'imponente ristrutturazione del
Miramare, immediatamente certificato 5 stelle, saranno oggetto di recupero
anche altri edifici contigui che fanno comunque parte della medesima proprietà, quella che sta creando una sorta di quartierino dell'ospitalità di lusso vista mare,
proprio al di sopra delle spiagge del Lido di Sanremo, unica zona a godere di
spiaggia di sabbia fine.
Piscina a pelo d'erba, ampio parcheggio privato, decine di
camere di varia taglia e di vario comfort, che alla fine saranno ben più di 50.
Un bar gestito da un professionista (altra notizia) e poi quello che più ci
interessa, e cioè un ristorante veramente gastronomico incastonato in un salone
elegantissimo, che mette quasi soggezione tanto è curato nel minimo dettaglio.
Si, ok, qualche cosa di migliorabile (come i miei refusi) ci sarà sempre, perché
l'Hotel Miramare e il ristorante Mimosa, condotto da Manuel Marchetta, sono stati inaugurati da pochi giorni e proprio sotto Festival, quindi bisognava andare
di pari passo al calendario che non consentiva una data diversa, ma va preso
atto che fare così tanto e così bene in soli quattro mesi è -di nuovo- un'altra
notizia.
Entriamo al ristorante? Il colpo d'occhio è eloquente. Dal
mio tavolo posso tenere d'occhio il giardino, il mare, la piscina e tutto
quanto accade in sala. Sicuramente l'hanno fatto apposta a darmi questo tavolo
strategico, così, tutto solo, ho modo di calarmi nel ruolo di spulciatore di
difetti.
Una bella carta delle vivande, con due menù (60-80 euro) e
una carta che distingue in maniera originale i comparti, dove sono inseriti 23 piatti, non pochi, più i dessert. Prezzi alla carta (25-30 euro di media),
perfettamente coerenti con il contesto. Carta dei vini messa insieme con buona
cura da parte della sommelier proveniente dal Bistrot novarese di
Cannavacciuolo, Tania Solito, che in rapporto al tempo a disposizione ha fatto
veramente un miracolo per coprire l'Italia intera e un pezzetto di Francia.
Vini tra l'altro proposti a prezzi più che onesti.
Sempre dalla costellazione Cannavacciuolo provengono il
Maitre Luca Orilia, il Direttore Paolo Ciaramitaro e l'ottimo primo barman
Stefano Giummarra. Insomma, quasi una diaspora da Villa Crespi. Quindi, con
quattro così lo chef, Manuel Marchetta, può starsene tranquillo in cucina e
passare a salutare i clienti a fine servizio. I suoi occhi sono in sala,
proprio grazie a Tania e Luca, che devono però fare i conti con la poca
esperienza dei ragazzi (parecchi), che ancora devono prendere coraggio e
sicurezza per affrontare un ambiente così esagerato ancora prima dei clienti, che lo sappiamo,
alla fine non è che siano tutti dei grandi gourmet o esperti critici e
conoscitori delle logiche del servizio in sala perfetto.
La lunghezza della sala allunga forzatamente i tempi
d'arrivo del piatto, che anche se coperto da cloche non può sostare troppo ne'
al pass e neppure sui gueridon. Dettagli da aggiustare, nulla più.
Un dettaglio a chiudere. Non avendo l'hotel uno spazio light lunch o bistrot (per ora), è un peccato vedere sfruttare l'elegante apparecchiatura della tavola a favore di chi desidera semplicemente un primo o un insalata e poi dover buttare tutto a lavare. Rimediabile, anche questo, magari in zona bar.
Un giro ad anello di amuse bouche principalmente territoriali dove vincono la golosa acciuga farcita e fritta e lo splendido macaron alle olive taggiasche
Pane conviviale, olio e burro
Scegliere De Battè è sintomo di carattere da parte della giovane sommelier
I dadini di salmone marinato in fine emulsione di finocchio, gocce di prezzemolo, zenzero
Il bottone di olive taggiasche farcito da sorallo marinato, quinoa
Scampi in salsa di burro d'arancia, mango e caviale
Calamaretti farciti da una ratatouille dal taglio microscopico, fondo bruno ai ricci di mare e leggera salsa bagna cauda. Briciole di limone ...
Pan brioche ai cereali che annuncia ...
La perfetta terrina di foie gras e fichi, gelatina al porto e cipolle confit
Il maitre Luca Orilia al servizio a la cloche
Forse il piatto simbolo di Manuel. Le tagliatelle di olive taggiasche con fine ragù di coniglio ... cos'altro?
Tania si deve essere informata e di sua iniziativa mi serve un Pommard, adeguato al tagliolino e al piatto finale. Nel frattempo ...
... il raffinato filettino di rombo alla mugnaia con salsa al profumo di liquirizia, spinacino saltato e punte di broccoletto...
... il raffinato filettino di rombo alla mugnaia con salsa al profumo di liquirizia, spinacino saltato e punte di broccoletto...
Qui abbiamo un trancio di lingua riposata e poi panata e fritta, salsa verde ad accompagnare e verdure all'agro a sgrassare
Il fresco pre dessert, per nulla banale come si può osservare
Splendida composizione di frutti rossi, barbabietola, meringa, macaron ...
E pure il bombolone a chiudere golosamente
Prima e dopo non dimenticate però di passare al bar da Stefano Giummarra. Garantito gdf
NO NAME : Grappa Occhipinti, Carpano Antica formula, Orange bitter e spray al bergamotto, servito in abbinamento al dessert
Il Mimosa del Miramare The Palace Hotel
Corso Matuzia, 9, 18038 Sanremo IM
gdf
Very nice.
RispondiEliminahttp://grsshoes.com/
Anche in questo caso avevo visto giusto. L'asino ha parecchi attributi lunghi, anche la vista!! Grande Manuel, verremo a trovarti.
RispondiEliminaGianni.
Ma quindi niente più Motobarca Patrizia?
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