mercoledì 24 maggio 2017

Talking about Revolution



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Appunti di degustazione Caves de Pyrene - Piacenza





Jean Paul Deville, Verzy (o della supercazzola). Cioè, intendiamoci, io posso anche prendere appunti… ed essendo i primi assaggi sono sicuro di essere stato sobrio mentre li scrivevo. Mi ritrovo adesso percentuali di assemblaggio completamente sballate. Al mescitore gli riservo una bella pernacchia. Champagne Carte Noir: 90% Pinot Noir, 10% Chardonnay. Brut 6 gr/lt. Questo è quello che mi ha raccontato. In realtà 75% PN, 20% Chardonnay e 5% Pinot Meunier: ** Champagne Revelatio: quasi un Pinot Noir in purezza con solo un 5% di Chardonnay. Extrabrut con 2gr/lt di zucchero. In realtà 75% PN, 25% Chardonnay: *** Forse, vista la percentuale di zucchero, era meglio invertire l'ordine ...
Bourgeois-Diaz, Crouttes sur Marne Champagne cuvée "N". Blanc de noirs: 70% Pinot Meunier e 30% PN: *** Marguet, Ambonnay Champagne Shaman 13. Grand Cru. 70% PN, 30% Chardonnay. 0 gr/lt zucchero. In definitiva un Nature. Da vigne di 70/80 anni di età: **** Champagne Grand Cru Ambonnay. Millesimé 2009. 50% PN e 50% Chardonnay. 3 gr/lt: *** Champagne Shaman 13. Rosé. Grand Cru. 70% Chardonnay, 30% PN. 2 gr/lt: ** Benoît Marguet di volta in volta decide come creare le cuvées e in base all'annata come, e se è il caso, di procedere con l'aggiunta di zuccheraggio. Come prova mi sono sembrati tutti Champagne ben fatti. Dovrebbero essere meglio valutati in abbinamento con i piatti. Meno esaltante la prova del 3) Rosé de Saignée, che non mi è rimasto particolarmente impresso.
Bon! Mi giro attorno per sapere dove sono gli altri espositori e seguendo le indicazioni non proprio ben visibili, sia come collocazione sia come risalto (insomma il foglio A3 con su una freccia nera appiccicato con lo scotch in angolo sfigatissimo che la corrente d'aria piegava a tubo...), salgo al primo piano dove, in una sala non particolarmente ampia, inizio dal banco già affollato di Val Frison, Ville sur Arce (Aube) La gentile e paziente Valerie mi versa i suoi Champagne. Lalore. 100% Chardonnay. Un Blanc de Blancs che avevo già provato qualche anno fa e che ritrovo ancora con i suoi caratteri distintivi: essenziale, verticale e dalla luminosità ipnotica che la scarsa luce della sala penalizza. Notevole complessità, bollicine finissime e dolci note di brioche calda, fiori bianchi, mele, vaniglia. Termina con una mineralità sottile che si mantiene a lungo: ****. Portlandia. 65% Chardonnay, 35% PN. Per l'annata 2015, una nuova cuvée che mancava nella gamma di Valerie. Il dosaggio è zero. Il naso profondo ed elegante. La spina dorsale del vino è eccellente, spalla ampia ma equilibrato. I sapori sottili, ma qualche nota fugace di volatile. Ancora giovane e dovremo aspettare un po' di tempo per arricchire il bouquet: **** Gustan. 100% PN. La spalla del PN la si sente in bocca e a lungo. Uno champagne gourmand da provare in abbinamenti forzati. Può asfaltare tutto. Sicuramente non è uno champagne da "à côté de la piscine": **** Tempo di salutare Valerie e mi trovo a fianco il banco del Domaine des Roches Neuves Presenti Thierry Germain e sua moglie Marie. Tira un sospiro di sollievo quando gli dico che può anche parlare in francese e non in inglese. Iniziamo con gli Chenin: Insolite. Chenin del 2015. Proveniente da vigne su terreno "silex " (senoniano e turoniano del Cretaceo superiore). Una mineralità affilata, una freschezza infinita, data da una acidità non invadente che ne sostiene la verticalità, accanto a profumi di pompelmo e bianco del limone. Perfetto: **** Clos du Moulin 2015. Nuova cuvée di Thierry da terreni argillo-calcarei (30 cm di sabbia argillosa su terreno calcareo) L 'acidità ha lasciato spazio più alla morbidezza e alla forza dei profumi. Vellutato in bocca: *** Clos Romans 2015. Saumur. 30 cm di sabbia argillosa prima di incontrare il calcare detto senoniano. Vinificazione in botti ovali di 400 litri. Fruttato con note esotiche: *** Terres 2014. Questo è sicuramente interessante perché utilizza anfore italiane in terracotta. In fondo accenni di tannini: *** Bulles de Roches. Metodo champenoise con 95% Chenin e 5% Cabernet Franc (!). Mi dice Thierry che nelle versioni precedenti utilizzava anche un 5% di Chardonnay. Interessante (molto Rovazzi...): ** Iniziamo con i rossi. Naturalmente Cabernet Franc: Les Rouges Saumur Champigny 2016. Nuovissima cuvée che ho il piacere di assaggiare in anteprima. Agile bevibile leggero e fruttato. Solo acciaio: *** Domaine Saumur Champigny 2016. Cabernet Franc su suolo calcareo e sabbio-argilloso Rubino franco, diretto: frutto croccante speziato di pepe, more con punta di erbaceo, molto invitante. In bocca snello, ma con grip tannico che ne sottolinea la gioventù. Spiega il buon Thierry che non vuole assolutamente le note disturbanti di peperone o vegetali. Prima di tutto il frutto che deve essere sostenuto dalla nota vegetale. Acciaio: *** Terres Chaudes 2015. Terreni argillo-calcarei… égrappage. Fermentazione in tini tronconique de 60hl. Macerazione da 2 a 5 giorni. 12 mesi in botti di legno da 60hl et 12hl ovali. Una marcia in più rispetto ai precedenti. Ancora più note floreali e frutti in evidenza. Eleganza: **** La Marginale 2015. Terreni prevalentemente calcarei esposti a sud. Barrique 12 mesi. Più profondità e volume. Piccoli frutti rossi: **** Memoires 2015. Vino di punta dell'azienda. Vecchie vigne di 110 anni su terreni silex. Qui si sale ancora di più e si raggiunge l'eccellenza. Ampiezza, corpo, densità con tannini addomesticati con note di more, fragole su spunti di anice stellato e mentolo. Super! ***** Franc de pied 2015. Terreni sabbiosi profondi 6mm. Uva non deraspata per 8/10 giorni: ***** Cosa altro da aggiungere? Quanti vigneron abbiamo in Italia così preparati, rispettosi dell'ambiente (tutto in biodinamica da tanto tempo) che si fanno guidare dalle caratteristiche del terreno assecondandone le peculiarità, che lasciano la vigna esprimere tutte le sue potenzialità senza interferire col ciclo vegetale, che conoscono perfettamente le tecniche e le pratiche enologiche producendo vini così buoni? Risposta semplice: zero. É sempre un piacere ritrovare Francesco, della Azienda agricola Cirelli Conosciuto nel 2011 durante una visita con la famiglia presso la sua piccola azienda che produceva aglio rosso di Sulmona e allevava oche, l'ho seguito nel tempo nel suo percorso di crescita. Da persona intelligente quale è, non si è fermato all'acquisto di anfore (più di venti... ne aveva 2), ma ha capito che deve fare uno scatto qualitativo in più e infatti a breve andrà in Francia per vedere tecniche e metodologie di lavoro in vigna e in cantina. Trebbiano in anfora ** Cerasuolo in anfora ** Montepulciano in anfora** Intendiamoci bene, non sono vini perfetti (e comunque più disciplinati dei vini di Emidio Pepe che una bottiglia su due è imbevibile e con ampia imprevedibilità qualitativa di anno in anno) e quindi le critiche ci possono anche stare, ma a lui il merito di aver declinato trebbiano e soprattutto montepulciano in termini di leggerezza e bevibilità. Mi ritrovo con Alessandro e Luciano al banco di Bonavita Giovanni Scarfone é un giovane vigneron classe 1980. Confessa che si trova in difficoltà a lasciare le sue vigne per dedicare tempo a queste manifestazioni. Mi spiega le modalità di vinificazione scegliendo di raccogliere tutto nella stessa giornata e poi procedere alla pigiatura senza vinificare a parte i tre tipi di uva. Alla mia domanda come faccia a gestire gli equilibri delle maturazioni dei tre vitigni mi risponde che non è un problema poiché i tre vitigni conferiscono caratteri diversi al vino e il nocera, che è l'ultimo a raggiungere la maturazione, è quello che assicura spinta acida mentre il nerello mascalese e il nerello cappuccio corpo e colore. Da terreni argillo-calcarei estrae con metodi tradizionali questi due vini. Rosato 2016. Blend 60% NM, 30%NC, 10% Nocera. Acciaio. Fresco, è ideale per l'estate: ** Faro 2013. Stesso blend. Tini tronco-conici, botti grandi 30hl, delicato nel colore, nei profumi, nella struttura. Grande bevibilità: *** Bajola Pensavo di aver sbagliato banchetto, controllo, eh sì … è giusto. Mi aspettavo un ruspante ischitano e invece mi trovo di fronte ad un omino uscito dalla matita di Quino. Sicuramente soffre di sdoppiamento di personalità... una specie di Dr Jekill e Mr Hyde, perché… come faccia a prestare consulenza enologica ad aziende vinicole da centinaia di miglia di bottiglie e poi a produrre poche bottiglie senza ausilio di botti etc etc., ma solo con vasche interrate


Per il momento 3000 bottiglie. Bajola 2015 vermentino, viognier, sauvignon blanc, malvasia delle Lipari, Incrocio Manzoni. Completamente diverso dal Bajola 2014 e soprattutto 2013. Ho capito che ogni anno abbiamo un vino diverso con la matrice comune della bevibilità. Frutta, mela cotta, note di macchie mediterranee, timo in primis, poi salvia, i profumi della strade siciliane arse dal sole... Ampio in bocca, lungo e fresco. Ottima annata: **** Altri assaggi in ordine sparso CaLiptra Ottima conferma di questa giovane azienda conosciuta a La Terra Trema Kypra superiore *** Riserva speciale 21 **** Amistá** Fattoria San Lorenzo “Il San Lorenzo” Riserva Aziendale: non mi ricordo l'anno però sentori idrocarburici. Ragionando con Luciano (con Ale non si riesce ad essere seri) troviamo affinità tra il Riesling tedesco, lo Chenin francese e il Verdicchio. Verticalità, acidità e mineralità con evoluzioni terziarie sono il massimo comune denominatore per questi vitigni. Un’idea per le prossime degustazioni: bisognerà foderare la lingua con il teflon. Le due terre Sacrisassi Bianco ** Merlot ** Pinot Nero ** Bressan

Rincontrare Fulvio è sempre divertente, soprattutto quando parti con l'intenzione di provocarlo. "Fulvio, sono venuto apposta per provare il vino che ami di più, il Pinot grigio!". " Ecco qui un altro frocio!" Sappiamo che se potesse lo espianterebbe tutto ... Pinot Grigio 2013 *** Pignol 2003: che spettacolo... un vino grafitoso da matita Staedtler appuntita al momento e poi tutto il resto… frutto croccante, corpo, tannini elegantissimi. Un vitigno difficilissimo da gestire in vigna e con tempi lunghissimi nelle macerazioni che, se non stai attento, "quello ti incula": **** Pinot noir (come lo chiama lui e non nero) 2011: è il vero amore di Fulvio e d'altronde gli studi in Francia si vedono, eccome! Preciso, pulito, eppure eppure eppure.... mi trovo d'accordo con Luciano che se messo a confronto con i Pinot noir d'oltralpe faticherebbe ad essere individuato come un Pinot noir. Anche i cenni speziato e di grafite saltano subito al naso. Mi spiega che è il terroir a determinare queste note, ma forse vorrei sapere quanto e che tipo di legno fa: **** Ego 2011. Schioppettino e Cabernet. Un rosso da lungo invecchiamento: *** I suoi vini sono fini, eleganti, e dietro c'è tanto lavoro e conoscenza sia in vigna che in cantina. Mi spiega come riesce a tenere sotto controllo i livelli alti di volatile con frequenti rimontaggi perché più è alta e meno il vino evolve, matura... e mi vengono in mente i vini di Andi con livelli alti di volatile (al limite, non al disopra dei massimi stabiliti dalla legislazione CEE) come il Crinale 2000. Foradori Fuoripista 2015. Pinot grigio. Come ci spiega Nel(l)y è vinificato in anfora con macerazioni lunghe di uve non di proprietà, ma conferite da produttori attenti alle metodologie naturali. Bellissimo colore di cipolla dorata, limpido, al naso non è appiattito sui soliti standard di vini macerati che dopo un po' fanno sbadigliare dalla noia. Freschezza e lunga persistenza in bocca. Stile Foradori: **** Cavallotto La moglie di Alfio ci fa assaggiare: Chardonnay Cru Bricco Boschis 2015 ** Barolo Cru Bricco Boschis 2012 *** Barolo Riserva Cru Bricco Boschis Vigna San Giuseppe 2011 *** Ringraziare Alessandro e Luciano è doveroso perché se sono qui è solo grazie a loro. Riprendo Maurizio salutiamo Paolo Veglio e Ezio Cerruti, ritorniamo in quel di Como.



2 commenti:

  1. Bella degustazione e bella descrizione dell'Ubriacone Molesto...
    A bientot les amis!
    Yanez

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  2. e' Greta nell'ultima foto?

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