giovedì 22 dicembre 2016

Hommage a Francone


gdf


Appena terminato il funerale fui avvicinato da chi già immaginava che la mia intenzione di ricordare con un pranzo annuale sotto Natale questo carissimo e grande amico si sarebbe esaurita in breve tempo. Pensiero che non necessita di una virgola.

Invece, sarà per via del clima natalizio, sarà perché questa persona ha inciso come poche non solo nella mia vita ma anche in quella di altri amici, fatto sta che a distanza di cinque anni da quando Franck The Big One ha rinunciato a combattere contro le avversità della vita a tavola, siamo di nuovo qui, nella città che forse più amava: la Genova di De Andrè, ovviamente a tavola. Come ogni anno da quel dicembre 2011.

Qualche grande vino, qualche piatto tra i più apprezzati anche da lui (lepre alla royale in primis), un po' di malinconia e, da parte mia, la domanda che resta insoluta come una cambiale scaduta: ma vale proprio la pena di continuare a combattere? non si capisce perché, per chi o per che cosa.

Intanto, cercando inutilmente la risposta, siamo qui a compromettere ancora una volta il nostro giro vita, quella vita che in molti -come Franco - hanno dedicato soprattutto ai beni effimeri più che a quelli duraturi, giustamente, perché di duraturo non c'è nulla, mentre lui manca, manca sempre. Mi resta Teddy.



Il menù di Davide Cannavino inizia con salame di Sant'Olcese, cavolo nero croccante e burro di alghe. No, anche oggi le banalità non stanno di casa in Via Cerusa a Voltri.

Oliena di Mauro Olivieri ormai qui è strumento di casa, dedicata al servizio personalizzato dell'olio.


Frisceu di carciofi e rossetti

Un nome, una garanzia, in magnum rende ancora di più l'idea

Frittatina senza uova, di rossetti e carciofi

Bruschetta di succo di cicale e crudo di cicale

Lumachine di mare in panissa di ceci, sugo di cottura al pomodoro

Nel sud del Rodano non vanno per il sottile.
Anche in bianco Paul Coulon non usa boxer di piccola taglia.
 Questo reggerebbe anche una Poularde de Bresse sauce foie gras.
Oppure, perché no, con delle triglie al foie gras

Appunto. triglie, foie gras, limone e aceto balsamico sotto lo spinacino

Bello pieno, tondo, ampio. Da risentire con il tempo
Il creativo dell'etichetta si dovrebbe invece far vedere da uno bravo, prima che quelle pietre gliele tirino dietro.

Barbabietola marinata nella China Martini. Ci sta, più di tante marinature forzate nel Campari. Anche qui, la forma darebbe più importanza ad una buona intuizione. Tondo, quadro, rombo ... non im porta, e coi ritagli frullati ci facciamo la salsa per il cappon magro.

Raviolini del plin di lepre in sugo di lepre. Saturanti. Da ultimo desiderio.

Foie gras, frutta secca e salvia. Pollice alzato, ma ad inizio menù lo apprezzeremmo di più.

Carote cotte in grasso di rognone, salmis di lepre.
 Il contorno spesso è meglio dell'elemento presunto principale. Anche stavolta.

Ormai la lepre alla royale è entrata nelle mani di Davide Cannavino. Purè a stemperare.
No, qui l'elemento principale conta, eccome!

Annata 2010 in magnum.
Uno dei miei 10 vini 2016
La descrizione migliore si trova nel post dell'altro ieri di Marco Roccarino

Du fromage? Yess, grazie, ma non è così facile morire, neanche esagerando sempre.

Il Leroy paga un po' un eccesso di legno dolce, mentre il D'Auvenay che stringe ben stretto in mano Marco Roccarino ci ricorda di quando le sigarette si accendevano con i cerini, e si poteva fumare senza guardare quelle immagini ipocrite stampate sopra i pacchetti. Non si muore neanche fumandosi un D'Auvenay. Tostato e tosto, hors categorie. E' Aligotè, quello che in Borgogna usano per fare il Kir cassis...


Monte Bianco di Natale

Non ci siamo dimenticati: ciao bell'anima

gdf

4 commenti:

  1. Grande Franco il trattore!! Che bei tempi sul forum GR ..hansen

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  2. Bei tempi, tutti a confronto senza rete.
    Buffet

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  3. Chissà cosa ne avrebbe pensato della barbabietola marinata..
    Buon Natale a tutti voi.

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