Il rosé
de mélange (o d’assemblage) – aggiunta
di una percentuale di vino rosso prima della presa di spuma – non millesimato
di Tarlant - 85 Chardonnay, 15 Pinot Nero – è, a mio modesto avviso, uno dei
migliori champagne rosé di rm in
circolazione.
Il mio è base vendemmia 2008, con aggiunta di
vini di riserva, quasi 48 mesi sui lieviti e dégorgement del febbraio
2013.
E’ rosé scintillante, quel tanto che basta
per definirlo tale, giusto qualche riflesso corallo, con perlage convintamente verticale, privo di scodate.
E’ subito freschezza e vinosità, intensità
espressiva e espressione di intensità.
Parte con sentori di pane sulla griglia e
gocce di cioccolato, ma il frutto spinge, particolarmente fruttini rossi, con
elevate dosi di ribes e lampone; non da meno l’arancia sanguinella, a braccetto
con litchi e radice di rabarbaro. Infine, mi strega il tanto sale, che sale, che
penetra i forti richiami minerali e salmastri, per unirli in uno stretto
abbraccio – amplesso è troppo? – dove il pepe nero esalta e chiude il cerchio,
suscitando godimento alle narici.
Difficile staccare il naso, da starci dei
quarti d’ora.
Scrivere di bocca completa è ricorrere al lemma
più breve, diretto e comprensibile, per raccontare il gusto. Completo,
banalmente, ma precisamente, come dall’etimo.
Dunque l’assaggio è carnoso, voluminoso e
ricalca, rafforzandola, la già ampia e scrupolosa vetrina olfattiva. L’integrità
del sorso è ben armonizzata da fine struttura e da bollicina a piombo e
affilata – è un brut nature, mon Dieu –
mai sferzante, né tagliente.
Freschezza e scatto mai domi, di pregevole profondità,
per una vivacità del frutto legata a lunghi e salati ritorni di iodio, spezie e
caffè.
Mariage
avec
polpo alla gallega e la suadenza vinilica e “circolare” di Stevie Ray Vaughan.
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