del Guardiano del Faro
La mia percezione è che questa
località termale del Basso Piemonte non sia così conosciuta come meriterebbe. E così, proprio a causa di questa sensazione che affiora
dai vapori della “bollente” mi trovo istintivamente impegnato nello scrivere una
recensione assolutamente scolastica.
Il Duomo
Quasi tutte le cittadine termali hanno dei
tratti comuni ben definiti : le lunghe passeggiate ombreggiate, i viali fittamente alberati e affiancati da
bellissimi negozi di ogni genere, gli spazi comuni ampi e ben corredati dal così
detto arredamento urbano, i grandi caffè all’aperto, le pasticcerie … ma
raramente troveremo degli ottimi ristoranti.
Penso a Salsomaggiore, Montecatini, Fiuggi, Salice Terme, Abano ed altre località ancora meno gettonate, parzialmente uscite dal circuito del turismo delle cure termali, ma che raramente hanno avuto anche un grande ristorante da offrire all'interno del pacchetto "cure". Del resto, se vai alla terme, non vai per abbuffarti ... o no?
Penso a Salsomaggiore, Montecatini, Fiuggi, Salice Terme, Abano ed altre località ancora meno gettonate, parzialmente uscite dal circuito del turismo delle cure termali, ma che raramente hanno avuto anche un grande ristorante da offrire all'interno del pacchetto "cure". Del resto, se vai alla terme, non vai per abbuffarti ... o no?
Mi guardo in giro, ma non mi ricordo neppure se, come
e quando, fossi già passato da Acqui Terme. Comunque sia, se si tratti di
scoperta o di riscoperta, la sorpresa sarà di quelle che prima emozionano e poi
convincono; specialmente arrivando con la soddisfazione di essermi messo alle
spalle i 50 chilometri di curve che dividono la cittadina piemontese da
Albissola, punto di partenza per affrontare il temuto Sassello.
Forse meglio arrivarci da Ovada, o da
Alessandria, più rilassante, salvo impiego di motociclette dalla piega facile. Da ogni punto si provenga, una volta
superata la banale periferia -come tante altre- saranno inizialmente
i resti di rovine romane a dare un senso storico alla visita. Poi, e mi ripeto,
i lunghi viali e i percorsi pedonali ombreggiati che invitano a lasciare la
macchina per proseguire a piedi verso il centro storico, tra i più belli e meglio conservati
della regione, e anche oltre.
Non completamente
pedonalizzato, questo l’unico limite (o pregio), ma perfettamente recuperato e vivo. Ecco,
forse non aver completamente vietato l’ingresso alle auto ha fatto si che una
parte dei 20.000 abitanti di Acqui vedano questa parte della cittadina come
naturale e comodo punto di incontro, ma anche come fosse un quartiere bello da vivere e pratico da raggiungere, anche dai paesi vicini.
La piazza della Bollente
Le abitazioni sono magnifiche,
i cortili tenuti in ordine, i palazzi, le chiese, gli hotel, i bar, le
trattorie … tutto molto attraente, ma non bastasse tutto questo, ad Acqui Terme
c’è anche il ristorantino stellato piazzato al primo piano di uno storico palazzo: I
Caffi
La bollente sgorga in centro a 75°
Non nuovi al firmamento stellato, già
per dieci anni presenti nella Rossa ai tempi di Cassinasco, borgo non lontano da Canelli, e
poi i trasferimenti, gli eventi della vita, di famiglia; fino a ritrovarsi
tutti ne “I Caffi” di Acqui, dove ampliare l'offerta e renderla più aderente ai tempi. Vabbè, adesso basta con questa tiritera melensa, ancora due passi per il centro e poi si va a tavola.
I Caffi si declina in tre situazioni: zona cantinetta (molto ben fornita ... )per un ricco aperitivo
Oppure Brasserie, per piatti unici e anche carni alla griglia (alla sera)
Una delle due salette dedicate al servizio Brasserie
E poi quella che fu la Sala Consiliare del Municipio di Acqui.
Sono solo sei i tavoli. Meglio prenotare con buon anticipo
Dettaglio del soffitto della sala
Mise en place à table e grande carta
Pan brioche all'uvetta, focaccia e panini alle noci. Buoni!
L'aperitivo proposto
E il pre antipasto offerto: si, è un diligente vitello tonnato
Doppia e meritata immagine per la fresca insalata di frutta e verdure con petto di galletto in vinaigrette balsamica agrodolce
I fiori di zucchina farciti di merluzzo, vellutata ( di patate? ) allo zafferano e tartufo nero
Questa è una Barbera che si beve senza problemi : né di alcol, né di legno, né di puzzette.
12.5°, profumi di fiori rossi. Vinificazione in acciaio. Bravo
Golosissimi tagliolini al ragù rosso d'anatra al rosmarino.
Meno grintosa la lasagnetta vegetale con salsa di formaggi cremosi
Chiudiamo con due pezzi di Vintage: il carré d'agnello al forno alle erbe Provenzali con contorno di carote e fagiolini al burro e puré ...
... e il tortino di cioccolato dal cuore morbido, con sorbetto ai fiori di lavanda
Riuscito
Una grappina, anch'essa vintage
O un té elegantemente servito con piccola pasticceria
gdf
Scolastico si,ma la piccola pasticceria è da manuale,goduriosissima!E una domanda,l ovetto dell insalata non è di gallina o mi mancano diotrie?
RispondiEliminaTMC
Di quaglia of course ...
EliminaLa dama ingioiellata sembra abbia polso, che sia una spadellatrice in incognito
RispondiEliminaM 50