Marco 50 & 50
La mia Milano in riserva riserva sorprese e in previsione dell'Expo indossa il tacco dodici e si rifà il trucco, oggi lascio in pausa il mio 50 lavoratore e porto in giro per la città il 50 che non si arrende.
Alla Statale i ragazzi indossano una felpa, jeans e scarpe da tennis, io porto addosso le stesse cose e una trentina d'anni in più, mentre sono in coda per l'accesso al Duomo, qualcun altro si occuperà della stampa e della relativa coda, ora che hanno messo Mindy sotto pressione pensando che le gomme di Mork possano reggere da sole un carico da venti senza sgommare via.
Ma come le cose importanti della vita non sono cose, i problemi della vita non sono questi, al Policlinico passa davanti ai miei occhi un corto: sento un bambino inconsapevole chiedere ad una mamma affranta perché piangi, al secondo piano, accarezzo piano un'altra mamma che ha custodito un pezzo della mia adolescenza, la giovane badante mi dice che a Fortaleza c'è posto per me, esco.
Zefiro, messaggero di primavera è tornato, cammino per ore come un pompelmo, chissà se avrò bruciato un po' di grassi in previsione del pizza test dal nuovo Spontini in Santa Redegonda.
Da Luini ancora chiuso c'è già la fila di giapponesi in cerca dell'antidoto al sushi, il tempo di un click e appare l'insegna zebrata.
A Milano la pizza al trancio è questa da sempre, qui non ci si siede, meglio, è una pausa veloce, un po' di food in una street, con orario continuato dalle undici all'una tutti i giorni.
Solo tre scelte, tres bien, oggi è un venerdì di magro ma non digiuno, tengo il prosciutto per quando metteranno i funghi nel menù.
Parto con una rossa più mediterranea che irlandese
si rileverà di temperamento, focosa, come fosse appena uscita dal forno per la mia soddisfazione tra porzioni meno vistose
Le ruote si consumano come sull'asfalto in formula uno, impensabile non provare un altro trancio con una mescola diversa...
Non è una romana, non è una toscana ma è bollente, sempre disponibile e chiede solo di essere morsa.
M 50&50
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