venerdì 24 gennaio 2014

La cucina monocromatica | Il verde


gdf

A tratti sono stati in diversi a provarci. Anche tra i grandi interpreti della cucina moderna  o contemporanea che dir si voglia. Penso ad un nero di Scabin, ad un bianco di Colagreco, ad un rosa di DaCosta. Però, anche loro solo completandone un capitolo invece di farne un intero romanzo dove ogni pagina ne custodisse il segreto.

Rosa, giallo, arancio, verde, rosso, bianco, beige, nero sarebbe già un intero menù che ho pronto nel cassetto nel ruolo di ghost writer. Oppure, invece del mono cromatico fine a se stesso (ma sempre gourmand e non tanto per stupire), si potrebbero rincorrere i colori dei chakra, tema sul quale alcune tinte pongono però qualche problema alimentare.


Sempre senza usare coloranti artificiali pur se alimentari, va senza dire, dilettandosi a comporre una preparazione monocolore ton su ton naturale, ma che sia anche buona da mangiare oltre che carina da guardare.

Ho sottoposto questo brain storming di idee ad un paio di giovani chef impazienti di emergere, ma mi hanno mandato affanfulla come se altri si fossero imposti all’opinione pubblica tramite idee migliori. Insomma, se vuoi fare in fretta a far venire da te tutti i guru della comunicazione che conta, sia on-line, televisiva o su carta, ti devi inventare qualche cosa di strano; lo sanno tutti ma fanno finta di no. Perdenti con sei zeri in conto, altro che chakra del cuore.

E allora me lo terrò per me il menù monocolore. Intanto il verde, che è il mio colore dominante degli occhi, ed anche il colore del mio sous chef, il robot che mi ha aiutato anche cromaticamente a comporre questo piatto, che oltre ad essere una cosa buona se ti piace il verde, è anche vegetariano.

Zuppa densa di broccoletti e cipollotti, gnocchi di borragine e asparagi al dente

Chiaro, il verde spinge verso il vegetale, ma mica sempre, certo, di carni verdi non me ne ricordo (per fortuna) ma di pesci in livrea verdognola come la pelle dello sgombro si, e anche l’uovo sodo se te lo dimentichi un minuto in più a bagno ti ricambierà con una bella camicia di tuorlo color salvia.

Per l'abbinamento enologico dipenderà anche dalla collocazione geografica. Voglio dire, in Portogallo serviranno un Vinho verde, il Spagna un Albarinho, mentre in Italia, con tutto questo vegetale terrestre ci metterei sopra un Sauvignon, tranne a Modena, dove la tendenza andrà verso un estratto di genziana da diluire a discrezione.

Bene, e con il verde siamo a posto, e lo saremo in ogni stagione dell’anno. Adesso proseguirò a puntate con altri colori, ed infine l’intero menù, e poi vedremo se si trattava di uno scherzo o di una cosa seria. gdf




La prossima: il giallo

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