del Guardiano del Faro
Barbara Eden affermava: non chiedetemi di strafare. Io posso fare il genio solo per il
proprietario della bottiglia. Solo per lui. Per me una conferma: il succo, l’essenza e il genio possono essere cercati solo in fondo alla
bottiglia, arrivandoci.
Riesco a frequentare non più di un bar per volta, almeno finché non scoprirò il segreto di Gustavo Adolfo Rol: uno dei tanti, in
questo caso la bilocazione.
Più di una bottiglia per volta non riesco a bere., però
se fosse cattiva si potrebbe mescolare con un’altra e aggiustarla invece di guastarla, confondendogli i difetti.
Qualche certezza mi rimane : più di un cocktail per volta non riesco
a berlo, perché lui è già miscelato di suo. Nel fondo del cocktail c'è l'essenza del motto: se non riesci a convincerli
confondili. Con l’esperienza si potrebbe ormai fare (confondere) anche con una mano in tasca e l’altra avvinghiata al bicchiere.
La condizione determinante per la mia scelta di un bar
alla fine è sempre la solita, e cioè che il bar in questione abbia un bel
bancone con qualche seggiolino, qualche trespolo, qualche seggiolone o un
qualche attrezzo abbastanza comodo sistemato a ridosso del banco che mi
consenta di piazzarmi sopra con la mia apparecchiatura.
Per apparecchiatura intendo la disponibilità di un paio
di giornali ancora croccanti, freschi di giornata, e il mio telefonino.
Quest’ultimo non mi serve per telefonare o scrivere messaggini sms, e neppure
per pascolare tra Facebook e Twitter (luoghi virtuali che ufficialmente non
frequento), quanto per utilizzarlo come piccola macchina da scrivere.
La disponibilità
della funzione del programma word è una di quelle rare diavolerie tecnologiche
da cui farei fatica a separarmi mentre butto giù un Moscow Mule o sorseggio un
Dry Martini cocktail.
Con le dita comincio a prendere appunti, mano sinistra
che impugna il bicchiere con il drink di turno e mano destra che pigia sui
piccoli tasti -per nulla virtuali- della micro tastiera della morettina
americana Blackberry, che ha sostituito la matitina dell’ HTC.
Mi hanno detto che la morettina sarebbe un po’ zoccola,
e avrebbe quindi contatti diretti con Langley ; dovrò fare in fretta, perché
probabilmente laggiù sapranno già tutto ormai. Mettici anche quelli di Mountain
View che entrano quattro volte al giorno al Bar degli Armadilli -come da mesi è
visibile in chiaro a tutti nello spazio Live Traffic Feed- mettendomi ancor più
ansia.
Il cumulo di pensieri che andranno a comporre il terzo libretto
gdf è stato interamente scritto così, tra i fumi dell’alcol, seduto al bancone
di un bar, osservando quello che accadeva intorno a me: prima, dopo o durante.
Questo il filo che lega tutti i capitoli: sensazioni, pensieri, fatti realmente
accaduti, alcuni passati prima dal web sotto una diversa forma di racconto e che
termineranno la loro esistenza su pagine di carta, dove rimarranno definitivi.
Come si fa a scrivere mentre si beve alcol? Innanzitutto
bisogna vedere quale alcol, a che ora e in quali condizioni. Quindi la domanda
non ha risposta. A volte il piccolo schermo rimane vergine da caratteri, altre
volte rimane travolto dagli eventi da raccontare, perché non c’è niente di
premeditato o studiato a tavolino, essendo al banco, a priori.
Entro – da solo – in un locale più
o meno abituale e ordino da bere. Faccio
due parole con i barmen, in attesa che succeda qualche cosa, o che il cervello
si sdoppi e mi mandi messaggi degni di essere annotati. Aspettando che Jeannie esca dalla bottiglia e mi guidi la mano.
Poi trasferisco il tutto sul p.c. senza pensare che senso
immediato abbia quel testo; ci sarà tempo per ragionarlo in attesa che arrivi
qualcuno che finalmente strofini la bottiglia, liberando le esalazioni
alcoliche che genialmente andranno a ricomporsi sotto forma di consonanti e
vocali, intrecciate in bell’ordine, dove l'autore avrà inciso il minimo indispensabile.
gdf
E' d'uopo l'ennesimo in bocca al lupo.
RispondiEliminaFranck
In bocca all uva ;)
RispondiEliminaTMC
augh.
RispondiEliminaF.
Arridaje!
RispondiEliminaBB
Out of the bottle però!
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RispondiEliminaquasi peggio dell'edicola di Fiorello...
UGM "Edicolante"
“per configurare il reato di minaccia non occorre che le espressioni intimidatorie siano pronunciate in presenza della persona offesa poiché è solo necessario che questa ne sia venuta a conoscenza”
RispondiEliminaM50&50
Confido quindi anche nei delatori per raggiungere l'obiettivo ;-)
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