- gdf -
I russi la chiamano insalata
italiana. Gli italiani la chiamano insalata russa. I francesi la chiamano
insalata piemontese. Lo chef che la creò potrebbe essere stato di paternità Belga, oppure piemontese, mentre le Garzantine di Cucina indicano la Francia come origine.
Durante un "ventennio" in Italia, e ben di più in Spagna, per motivi politici, prese anche il nome di Insalata Impero, o Insalata Imperiale. Durante il secondo ventennio italiano invece nessuno se ne è appropriato, quindi niente Insalata Brianzola. In mezzo a questa insalata di denominazioni, l’elemento più probabile, è che questo antipasto piemontese sia sempre stato molto gradito a partire da quando fu servito nel Ristorante Hermitage di Mosca attorno al 1860 dal suo stesso chef proprietario Lucien Olivier. Da cui l’ennesimo appellativo: Insalata Olivier.
Durante un "ventennio" in Italia, e ben di più in Spagna, per motivi politici, prese anche il nome di Insalata Impero, o Insalata Imperiale. Durante il secondo ventennio italiano invece nessuno se ne è appropriato, quindi niente Insalata Brianzola. In mezzo a questa insalata di denominazioni, l’elemento più probabile, è che questo antipasto piemontese sia sempre stato molto gradito a partire da quando fu servito nel Ristorante Hermitage di Mosca attorno al 1860 dal suo stesso chef proprietario Lucien Olivier. Da cui l’ennesimo appellativo: Insalata Olivier.
La seconda pista, alla ricerca
delle origini di questo antipasto piemontese, ci porta invece alla Corte dei
Savoia, dove, sempre in quel periodo storico, per onorare la visita di una delegazione
russa, il capo cucina ideò questo piatto. Chi sarà arrivato prima?
Bha, comunque Olivier, siccome
stava a Mosca dopo la metà del 1800,
possiamo immaginare avesse qualche difficoltà nel reperire alcune
materie prime durante le diverse stagioni dell’anno, e quindi, dentro la maionese ci metteva cose
molto diverse da quelle che siamo abituati ad individuare oggi all’interno
dell'insalata russa. Maionese sicuramente, che è in ogni caso il filo conduttore indiscutibile della preparazione, almeno quello!
Per fare un’insalata russa ci vuole la maionese. Poi, oggi, tutto quello che viene inserito nella base è essenzialmente vegetale, mentre Olivier spaziava molto: dai crostacei alla selvaggina, non dimenticando caviale o tartufo.
Per fare un’insalata russa ci vuole la maionese. Poi, oggi, tutto quello che viene inserito nella base è essenzialmente vegetale, mentre Olivier spaziava molto: dai crostacei alla selvaggina, non dimenticando caviale o tartufo.
In Casa Savoia, dove un occhio di
riguardo verso le spese eccessive lo hanno sempre avuto, lo chef di Corte
poteva rifornirsi nell’orto di proprietà, raccogliendo i diversi ortaggi di
stagione. Solo verdure quindi, come oggi, come si fa in Piemonte da 150 anni. Anche
in questo caso, un piatto che ha varcato il secolo e mezzo, e quindi
perfezionato quasi da subito, e poi, siccome piacque molto, mantenuto
tradizionalmente in quelle proporzioni di salsa e ortaggi tagliati in piccole
dimensioni.
Proprio leggerissima non lo è,
però con questo caldo l’Insalata Russa è tra le preparazioni più gettonate
perché ci da l’illusione di essere un piatto fresco, leggero, vegetale. Le nonne
la preparavano in casa, lessando e cubettando le verdure estive, mentre con una
frusta montavano la maionese. Oggi non so quante massaie facciano la stessa
cosa. Sicuramente ci mettono meno a passare dal supermercato a prenderne un
piccola confezione fresca, da consumare entro pochi giorni, oppure, per chi
passasse in qualche trattoria o ristorante piemontese, sicuramente la troverà al meglio delle condizioni, come antipasto o nel ruolo di gustoso amuse bouche. Nello scorrere questo post, per
mettere appetito, sono passate tra le righe alcune interpretazioni assaggiate in alcuni ristoranti piemontesi. Chi ci ha aggiunto del tonno, chi del salmone. In altri casi non è mancato del prosciutto cotto o la patata viola. Le mode...
Comunque, nell'ordine: Antica Corona Reale di Cervere, La Credenza di San Maurizio Canavese, Casa Vicina Eataly di Torino, L'Oca Bianca di Cavaglià e il Pascia di Invorio.
Comunque, nell'ordine: Antica Corona Reale di Cervere, La Credenza di San Maurizio Canavese, Casa Vicina Eataly di Torino, L'Oca Bianca di Cavaglià e il Pascia di Invorio.
E ancora, fuori post, una variante del Maestro Piemontese Nino Bergese. La chiamava Insalata Parigina e la componeva (su base maionese) con i consueti ortaggio lessati: piselli, patate e carote cubettate. Poi, aggiungeva altri piccoli cubi di prosciutto cotto e petto di pollo bollito...et bon appetit bien sure.
RispondiEliminanon è fuori post,va benissimo già per stasera questa :-)
RispondiEliminaL.
pezzo di politica borghese con La Russa che gradirebbe un'insalata brianzola :-)
RispondiEliminaBB
La seconda pista..... l'unità d'Italia:1861
RispondiEliminaGiorgio
Quella della Credenza mi pare abbia l'astice se non ricordo male , e poi che buona quella di Casa Vicina!
RispondiEliminaSi, Giovanni ci mette accanto dell'astice in tempura , con maionese. Quella di Casa Vicina, dopata di salsa tonnata, è eccellente...
RispondiEliminaSe vale tutto allora un'insalata verde a casa di Irina Shayk sembra insuperabile
RispondiEliminaM50&50
Valida l insalata russa,è una delle preparazioni più industrializzate che abbia mai visto,però se fatta bene è davvero buona e anche non un mappazzone ça va sans dire ;)
RispondiEliminaTMC
sì a me va bene l'insalata verde.
RispondiEliminaF.