del Guardiano del Faro
Che questo sia un mondo difficile
ne siamo certi, e che le certezze scarseggino, ancor di più; ma alcune ci
rimangono più evidenti sotto gli occhi. Non mi piace andare per esempi, quindi, per esempio: che le modelle selezionate per un qualsiasi video di Brian Ferry sono sempre
state first class, che i cerchi nel
grano li possono aver fatti solo altissimi alieni, e che le verdure grigliate in
pizzeria solo degli inetti terrestri. Chateau Gilette è un’altra delle cose più ripetitive mai fatte da esseri umani, tra le più sicure e prevedibili di questa vita, perché è sempre molto buono, quando non è eccellente.
I saggi del bicchiere a stelo
lungo direbbero, e sempre confermano: un grande Sauternes si beve preferibilmente dopo 30 anni dalla vendemmia, da un'ottima vendemmia, quando il suo colore
tende all’ambrato. Affermazione condivisibile tra gli alcolisti professionisti,
quelli che non vanno a mangiare le verdure grigliate in pizzeria ma che sondano con la lente d'ingrandimento le carte dei vini delle
tavole declinanti, alla ricerca di una vecchia bottiglia di Sauternes rimasta 30
anni in cantina -alienatasi in attesa del loro arrivo- sperando di trovare anche un torchon de foie gras da appoggiare su
una fetta di pane grigliato, e accontentandosi per il contorno, anche solo di una
piccola albicocca confit.
Bello dirlo, trovarlo e berlo 20 anni fa era un discorso fattibile, ma ormai di questa
roba -che ne aveva compiuti 43 di anni in bottiglia- è piuttosto raro trovarne in un'enoteca quanto dentro tutte
le carte dei vini dei ristoranti, anche blasonati, anche se ormai fossero declinanti o decadenti;
proprio quelli che comprarono piramidi di Sauternes dorato ai tempi d’oro, non
riuscendo più a separarsene una volta esaurita la moda del Sauternes degli anni
’80, quando i golden boys della
montante economia del terziario -quello che non è avanzato- riuscivano a bere
Sauternes giovane e ben freddo con tutto, anche con le ostriche Belon.
Il vantaggio di Chateau Gilette,
rispetto agli altri grandi Sauternes, e gli appassionati lo sanno bene, è che viene
messo in commercio già molto maturo, anche dopo decenni, e questo consente di
evitare il proverbiale mal di testa del giovane Sauternista.
Facendo un rapido conteggio
mentale non mi viene in mente un altro Sauternes bevuto così anziano. Nello specifico (quindi non
Yquem), e cioè Gilette. Si, qualcosa degli anni ’50 (1959 forse), ma bevuto negli anni ’80,
e qualche cosa degli anni ’60, ma bevuto negli anni ’90, altri degli anni '70, ma bevuti mai oltre i 40 anni di bottiglia.
Uno sicuramente su tutti, sul
filo della sua e della mia quarantina: una piccolina del 1961 nel 2001. Tornavo da uno dei miei tre pranzi
settimanali che avevo stabilito come tappa intermedia tra casa e ufficio al
Caffè Groppi di Trecate, dove avevo un'altra certezza: trovare Fabio
Barbaglini ai fornelli. Non sapevo più neanche se stavo facendo il cliente, l’amico,
il consulente o il consucliente.
Ma per farla succinta -e anche perché questo post non diventi un racconto d’estate- stavo ritornando a casa da Trecate sotto un
diluvio torrenziale estivo. Luce saltata, strade vuote e nere già dalle 18. Tuoni e fulmini. Allarme di casa fulminato, così come il telefono, il pc e anche il televisore. Prima
di ciò anche una spessa lettera da raccogliere sulla soglia della porta blindata, inviatami da un avvocato che evidentemente pensava di aver buoni motivi per
portarmi a rispondere di alcuni fatti in tribunale.
Il quadro della serata, anche se erano solo le18, mi
appariva profondamente nero, però ero conscio che non avrebbe potuto peggiorare, non avrebbe
potuto mettersi anche a piovere; perché già stava diluviando, perché mancava la luce,
e perché anche quando fosse tornata, difficilmente avrei potuto usare il telefono di
casa, il computer o vedere la
televisione.
Il quadro della serata, anche se erano solo le
L’unica cosa da fare, attendendo di rivedere la luce del giorno dopo, scendere
in cantina con una torcia e risalire con una mezza bottiglia di Chateau Gilette 1961 da bere con due grissini e una bella
fetta di gorgonzola naturale che Fabio mi aveva regalato. 40 anni in mezza bottiglia: lacrime dorate nella pioggia.
Con la torcia esplorai meglio la
letteraccia di quell’avvocato minaccioso, e finita la bottiglia, dopo circa un’ora, presi una decisione diversa dalle altre: decisi di non rispondere più
alle provocazioni degli avvocati, salvo quando si dimostrano amichevoli e si
presentano al tavolo con uno Chateau Gilette straordinario come un 1970, ma pare che stavolta la questione non si chiuda qui. Con quell'avvocato minaccioso la chiusi bevendomi un Gilette 1961, ma con questo, credo proprio che la questione rimarrà ancora aperta, spero a lungo. -gdf-
p.s: da non dimenticare assolutamente anche questo delizioso 1978 bevuto la scorsa estate con Andrea e Massimo. Da mettere pure lui nell'archivio del nobile antiquariato dei Sauternes. Nel mio prezioso data base di Chateau Gilette, ricordando con loro (i miei soci per il libro sui vini francesi) quella gentile signora che alla presentazione di Milano stigmatizzò il fatto che su quel libro non avessi dedicato neppure un piccolo capitolo a Chateau d'Yquem. Mah, è che ognuno di noi trova le sue rare certezze accumulando esperienze proprie; figuriamoci, non per altro.
se fosse un quaderno ad anelli o a cerchi disegnati dall'alto si potrebbe sostituire il capitolo,invece.....
RispondiEliminaG.
assieme bevemmo un 1981.
RispondiEliminaF.
Grazie anche a te, Gilette oltre Yquem nel mio Sauternes scalping. E' un odio amore il mio con questi vini. Tante soddisfazioni di coppia, e tanti mal di testa solitari
EliminaMa voi da queste parti schifate cose che per tutti sono il meglio quasi sempre?
RispondiEliminaMettendo sul tavolo quattro bigliettoni verrebbe fuori una verticale da urlo
RispondiEliminaFranck
Il top oggi potrebbe/dovrebbe essere il 1967. E' già in cantina.
RispondiEliminaSe devo scegliere preferisco andare in Ungheria.
RispondiEliminaF.
Per le ragazze?
Elimina...mi si è foderato la gola di " Botrytis Cynerea".....
RispondiElimina....anche se , lo ammetto,...non ho mai assaggiato un Sauternes di 40 anni....
RispondiEliminaAppena smette di far così caldo, se tu hai voglia devi solo preparare un torchon di foie gras... poi, tra il farmacista sul web, o Fabri su Milano, una bottiglia di Gilette sui 200 euro potrebbero anche trovarcela per condividerla ;-)
Eliminaio condividerei volentieri un 78...
Eliminal'affare s'ingrossa...
Elimina...non intendevo in quel senso,...era solo una constatazione,....ma willkommen alle proposte d'autunno !:-)
RispondiElimina...ma sarà un'affare ?!
RispondiEliminaSi può fare...quest'autunno però!!
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