lunedì 28 novembre 2011

Malinconie d'autunno e il "cibo di strada"

- del Sancio -

Ci sono alcuni piatti che vivono di vita propria nella nostra memoria, che attraverso gli anni, le stagioni, gli umori, mantengono tutto il loro fardello di ricordi. I Friscieu di baccalà per me sono uno di questi: si servivano nelle friggitorie di Sottoripa in un cartoccio di carta paglia, credo si chiami così adesso, molto economici e servivano a noi studenti a tempo perso per toglierci un po' di fame nelle scorribande nell'angiporto.
La scuola era occupata in quel '68, a fare la rivoluzione, e noi da quattordicenni di allora non ci capivamo molto, e allora dopo le prime manganellate ci dedicavamo ad altro; e a cosa si poteva pensare nell'adolescenza se non al sesso?

Purtroppo i soldi erano nulli e l'amore libero era ancora a divenire, così ci accontentavamo di guardare le professioniste sgranocchiando un cartoccio con i friscieu di baccalà. De Andrè diceva che c'è chi l'amore lo fa per gioia, chi per professione e chi per passione; ed è proprio vero. La schiavitù non era ancora arrivata e l'unica droga in giro erano le Gitanes papier mais. E così scherzavi con la Maria giovane quarantenne, penso, che viveva di vendita di sigarette e cinque minuti d'amore con ragazzini squattrinati e con pensionati in bolletta.
Nelle mattinate di calma lavorativa ci raccontava della sua gioventù, degli amori, dei suoi sogni, a noi che potevamo essere suoi figli, perché è difficile trovare chi sa ascoltare le storie dei caruggi dove il buon Dio non posa neanche i suoi raggi, dove la gente sta a sentire senza dare subito giudizi. Ah, dimenticavo, di friscieu ve ne era sempre uno per Maria o per Franzisca, prigioniera di un corpo non suo. In quei cartocci potevi trovarci di tutto: acciughe, panissa (ovvero farina di ceci) di provenienza araba, frittelle dolci, verdure o cose sconosciute arrivate da chissà dove... e che potevano tranquillamente tornarci.
E poi la farinata, pronta nel pomeriggio, calda, unta, croccante, con il suo fascino levantino, prolungamento temporale della focaccia del mattino.

La scuola? Ma quale scuola, è meglio questa, Perito Elettrotecnico lo sono diventato lo stesso, ma non ho mai trovato un libro più istruttivo di Maria.

- Sancio Panza -



4 commenti:

  1. Commovente. Blog umanistico di grande stile.
    F.

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  2. nostalgia di una Genova che non esiste (quasi) piu.. Ora sottoripa ci trovi il kebab :-( e le "signore" si chiamano Aminah, Fatimah e Safiyah sigh..

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  3. Ispirato e umanistico il nostro Sancio, con quella vena malinconica che tanto mi piace quando si vuole descrivere la fine di un epoca.
    Blog umanistico, sicuramente umanistico questo.

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  4. la fine, da dove ricominciare... ogni giorno !

    a Milano era via Lazzaretto...

    grazie Sancio !


    gianchetto

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