- gdf 2011 -
Dove sarà mai questo ristorante situato in prossimità del confine alpino franco italiano ? E uno risponde, ma chi se ne frega di saperlo, ce ne sono tanti, e per conoscere quelli più famosi basta aprire la rossa. Invece qui la particolarità primaria non è relativa all’alta qualità della cucina, comunque dignitosa ed improntata su una diligente linea bistrottiana che si articola su diversi menù compresi tra i 25 e i 49 euro, bensì sulla curiosa carta dei vini, dove trovare perle come quella Nicolas François 1998 di Billecart & Salmon intorno agli 80 euro che ci siamo bevuti il mese scorso.
Lo spesso volume contiene una sequenza piuttosto impressionante di notissime etichette prezzate ancora a costo storico, mi vengono in mente alcuni Hermitage, per esempio lo Sterimberg di Jaboulet sui 50 euro, e ancora altri Champagne di grande blasone messi su un livello di quotazioni bloccate da chissà quanti anni. Ora, non è che si debba partire ed andarci apposta, o anche si, se non ci si trova a troppa distanza. Oppure si può deviare da un itinerario, valicando le Alpi da quella parte. O ancora mettersi d’accordo in quattro o cinque e andare allo stappo selvaggio e saccheggio premeditato. Normalmente queste cose possono accadere in locali dalla nobiltà decaduta, per esempio qualche vecchio Relais et Chateaux ormai in disarmo, ( per esempio La Bonne Etape di Chateau Arnoux) dove la cucina ha fatto la sua storia ma la cantina continua a contenere preziosi flaconi abbandonati da una clientela che ormai si è estinta, ancor prima delle scorte in cantina. Flussi turistici cambiati, stellaggio Michelin che ha deviato il suo corso e di conseguenza quello dei gourmet, nuovi status simbol gastronomici, concentrazioni di buone tavole in regioni diverse da quelle classiche. Succede anche in Italia, forse anche più spesso che in Francia, dove l’attenzione sui propri vini è ovviamente maggiore ed i prezzi rivalutati coerentemente. Stupisce quindi ancor di più questo caso, perché non si tratta di un nobile decaduto ma di un onesto ristorante d’albergo preso regolarmente d’assalto dalla clientela locale e da qualche turista ospite delle dignitose camere, che invitano ad una sosta almeno doppia, cena e pranzo susseguente, per poter meglio metter le mani sulla prodigiosa carta dei vini, anche per scoprire produttori meno noti, qui messi in risalto più che altrove. Un buon metodo per cercare e a volte trovare condizioni privilegiate di qualità, di prezzo e di maturità delle annate dei vini in carta è quello di andare a togliere la polvere a qualche vecchia edizione della Michelin Italia o Francia , verificare quante stelle si sono spente negli ultimi venti anni in una determinata area e provare coraggiosamente a metterci il naso dentro. In mezzo a quelli declassati o ridimensionati non sarà difficile trovarsi di fronte a qualche ristorante ancora interessante, almeno sotto questo punto di vista. Uno per tutti in Italia, notissimo , è L’antica Osteria del Ponte, di cui non tralascerei nemmeno l'intramontabile buona mano di Ezio Santin, e la cui cantina è stata per decenni una delle più fornite di chicche, soprattutto francesi, ma altre situazioni analoghe si incontrano per la penisola così come per l’esagono. Il dettaglio delle carte dei vini dei quattro locali citati in questo post non sono online, meglio così in fondo, in questo modo il piacere della bella sorpresa non sarà compromesso da un eccesso di informazione virtuale.
Hotel du Nord
Place du Champ du Foire
St Jean de Maurienne
Tel: 0033 (0)4 79599131
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E infine una chicca, oggi sono generoso. Qui di seguito in link un indirizzo prezioso dedicato a chi ama i vini molto maturi, ben conservati e abbinabili ad una buona cucina tradizionale a zero stelle. Magari un bel menù truffes ed Hermitage. Infatti qui a Mondragon il tema principale è territoriale, il Rodano appunto, ma anche altre regioni non sono sottovalutate:
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