Percorrendo a ritroso le ultime annate disponibili il 2004 profuma di foglie che si lasciano tingere di colori autunnali, di cielo carico e sentori cosmici quasi Byrdsiani, sa di lavoro in vigna e di saggezza contadina. Il 2003 scorre liscio, denso, lento e inarrestabile, sa di caldarroste e cachi maturi guarda i tramonti fugaci e scalda l'aria anche negli inverni piu' freddi. Il 2002 è esile ed elegante come un'alba dopo una notte tersa, ha il tipico frutto in primo piano, è di una forza che si impone senza arroganza, quasi consolatoria, riesco a berla anche in questo torrido inizio estate, e.. quel '90 come sara' ?
ps mi si perdoni qualche licenza poetica ma per me il vino è sempre piu'un gioco emozionale, ho abbandonato l'ais da tempo, le asettiche analisi sensoriali non fanno piu' per me..
Belìn Lucien!
RispondiEliminaMa che belle cose che hai scritto!
Parlo per me e dime, ma forse...
Sofferenze e alcool mi tirano fuori il sudore più profondo e più nobile, di cui non bisogna mai vergognarsi di odorare, magari a me sembra di puzzare, ma non mi lavo lo stesso perché sono convinto che così sono più vero.
A me mi piace la serva , a prescindere
RispondiEliminaFrank Panza