E’ dal varietale Savagnin che è ovviamente ricavato questo Chateau Chalon , vino che può essere prodotto solo nelle annate in cui l’esperta schiera di specialisti si riuniscono nella commissione incaricata di decidere se una tale annata potrà fregiarsi della definizione Chateau Chalon oppure più semplicemente Vin Jaune. Sulle modalità e le curiosità storiche relative all’unicità di questa appellation rimando al post precedente sul tema : http://armadillobar.blogspot.com/2010/08/chateau-chalon-jean-macle-jura.html
Rinfrescata la memoria sulle origini e sulle peculiarità di questa originale vinificazione, possiamo tornare sul vino in oggetto che si presenta nel bicchiere agile e scorrevole. Paglierino di media intensità con qualche vago riflesso dorato.Il naso riporta velocemente alla mente i tratti tipici che identificano questi vini sempre al limite dell’ossidativo, quindi noci fresche e mallo di noce qui corredate da un pungente curry verde e un qualcosa di sottobosco simile a funghi; i più spregiudicati potrebbero spingersi a identificare le spugnole, abbinamento validissimo anche in tavola.
In bocca sorprende per la freschissima acidità quasi tagliente non ancora sorretta dal resto del contesto, in attesa di ulteriore evoluzione, anche ventennale avendo pazienza. Per ora si accontenta di ravvivare le papille con mineralità discreta e avvolgenza limitata. Magretto in bocca, ma non anoressico, mentre la persistenza è notevole e il rimando di alcool è ancora un po’ troppo evidente ( 14 ° dichiarati, ma forse sottostimati ) e il retrogusto di mallo di noce e curry di piacevole nettezza. Grande approccio e grande chiusura quindi, con parecchio ancora da migliorare in fase evolutiva per completare un quadro per ora abbozzato.
Forse a questo stadio non ancora adeguato a sostenere match con i più maturi formaggi Comtè, e allora meglio su una pollastra in salsa cremosa di spugnole e carciofi stufati, piuttosto di un ricco risotto con porcini mantecato con formaggi tosti come un Taleggio, fino al richiamo infinito sul capolavoro di Alain Passard : filettini di astice ( o di scampi ) in salsa di Vin Jaune, dove la lotta tra acidità diverse farà trasalire anche i più esperti gourmet, nient’altro, qualche fagiolino verde e basta, qualsiasi altro elemento sarebbe superfluo come una colonna sonora sotto un film di François Truffaut.
Il vino costa in cantina una trentina di euro e si trova in enoteca attorno ai 45/50 euro , prezzo giustificato dal prolungato elevage ( quasi sette anni ) e dal limitato numero di annate nelle quali si può produrre, pas de 2001 dans l’appellation, per esempio.
Per ogni altro dettaglio rimando al sito del Domaine.
tante strade da percorrere con amore per fare un vino così..
gdf
bella la ricetta del pollo in gelatina, però magari la prossima estate :-)
RispondiEliminaA.
io non vedo l'ora che arrivi febbraio per andare alla festa del vin jaune :) ottima bottiglia, ottima degustazione....io vi invidio sempre più :)))
RispondiElimina... non sapevo di questa festa... interessante, sperando non ci sia troppa neve ;-)
RispondiElimina