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Situazione alimentare più ibrida che in Formula 1 al Casino di Sanremo. Non è Montecarlo ma sono comunque ben tre i ristoranti dentro lo splendido palazzo di inizio '900 fotografato tutti i giorni da turisti del nord e dell'est.
Molti gli impiegati, uno lo chef. L'esperto Sergio Sartor. Tre i ristoranti : il favoloso Biribissi, al piano terreno, che però è spesso chiuso ed è l'unico del trio ad avere un accesso privato che da direttamente all'esterno senza passare dalla zona "accoglienza". Cucina a vista e ampi spazi, utilizzati anche per scopi diversi oltre dalla ristorazione.
Poi c'è il più noto Roof Garden, parzialmente en plein air, meta di big chef pluristellati che condividono l'ampia cucina e i grandi spazi proprio con Sergio in serate haute de gamme.
Ma esiste uno spazio più confidenziale, che si chiama Food Corner. Quello che non molti hanno visto, perché molto riservato e, mi dicono frequentato più che altro da avventori più propensi al dubbio del tavolo da gioco piuttosto che alla certezza di una tavola gastronomica.
Sergio ci prova lo stesso, per distrarre i giocatori, quelli che se gli dai in mano una carta, che sia dei piatti o dei vini credono comunque sia da gioco. Sono scelte.
Il cibo è buono, Sergio è un professionista. Difficile coniugare gioco e alimentazione. Un plus in più per chi sa fare o saprebbe fare anche meglio ma intelligentemente trova un equilibrio saggio e sa cambiare marcia a seconda del "cadre", a seconda del momento della giornata o dei tipo di evento che va ad affrontare, pronto a tutto.
Carta corta ( la cucina è piccolina ) ma i piatti - come si vede- sono comunque curati e ben riusciti. In questo caso ci sono due risotti (Sergio è piemontese), ma anche il pesce è ovviamente ben presente.
The dish of the day : risotto, patate, cozze e sedano.
The Food Corner
Coraggio Sergio, insisti
gdf
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