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LISSONE (MB) - Quella laggiù nell'angolo sulla destra è una seduta elementare. Seggiolina e banco delle elementari, con tanto di spazio per il calamaio. Da lì si comincia, poi ci si evolve, si cresce, fino ad un certo punto, come deve essere la lievitazione di una pizza per i ragazzi P di Lissone.
Secondo la loro opinione -perché ormai la pizza è un'opinione- la lievitazione va bloccata al punto P, quello che consente poi alla pizza di crescere ancora di parecchio nel breve spazio di 60-90 secondi in forno.
Poi un poco cresce ancora nello stomaco, inevitabilmente, perché non mi convincerà mai nessuno che farina, acqua e lievito possono essere portati a cottura in 60 secondi di forno, anche a 400 gradi. Per il resto tutto bene, con salsa di pomodoro e mozzarelle di alta qualità, che fanno solo in tempo a sudare in forno, mantenendo così integra la loro fragranza originale, guadagnandone in profumo e sapore.
La pizza -li ho tenuti d'occhio- non tocca quasi neppure il piano cottura del forno. Riescono virtuosamente a tenerla in sospensione per alcuni secondi, inventando così una sorta di cottura combinata. Per sopperire alla perdita di liquidi degli ingredienti ci mettono un poco di parmigiano, così da "asciugare", ma è un equilibrismo che ti porta comunque ad attaccarti al canotto, per altro molto leggero.
Straordinario il basilico. Così non lo trovo neanche in Riviera, peperoncino invece negato. Al massimo un poco di pepe e tanto carattere. Una bella boccia di Champagne aggiusta la digestione, in un ambiente fresco e ludico, calandosi nell'infanzia di un bambino napoletano.
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