- del Guardiano del Faro -
Le piccole clessidre
collocate ad ogni tavolo fanno scorrere il tempo senza farsi sentire, solo facendosi notare per le colorazioni diverse. Il loro ruolo è ripetitivo. Segnano un posto, segnano un tempo definito. Granellini
di sabbie diverse che coincidono con un finale comune.
Tempo scaduto. No, dai, basta girare la clessidra e si ricomincia.
Tempo scaduto. No, dai, basta girare la clessidra e si ricomincia.
Quanto tempo è
passato dall'ultima volta che ho varcato la soglia del Palazzo Vescovile?
Oggettivamente troppo. Tre anni, nei quali con "il Giuse" e la sua
bella famiglia ci si è incontrati altrove, così come con l'ottimo uomo del
vino, Pier Ravera, che nel frattempo ha approfondito la materia in locali di
primo livello. Aimo e Nadia e Crippa per dirne due, ma non solo, perché la ricerca
di nuovi prodotti e di nuove attività laterali hanno formato un grande maitre,
sommelier, consigliere di tavola e ricercatore di buone bottiglie, da proporre anche
fuori da queste vecchie e nobili mura.
Alcune cose sono
cambiate qui, tutte in meglio, inquadrando e rispettando i diversi ruoli che
hanno formato una squadra ormai in grado di competere al top. Regolamentari, sono ad occhio in
11, ma immagino ci sia anche una panchina. Sette in cucina e almeno quattro in sala, nelle diverse sale, affascinanti
quanto difficoltose da seguire con gli occhi, tavolo per tavolo, con l'aggiunta del vasto
dehors in stagione.
La gestione del
ristorante è recentemente passata completamente in mano alla famiglia Ricchebuono, proprio
nel momento in cui il buon senso ha consigliato al Giuse di ridurre
drasticamente le sue incursioni all'estero, portatore sano della buona cucina
italiana, un po' ovunque, ma forse è veramente arrivato il momento di valutare,
rivalutare e riposizionare il Vescovado al livello di fornello che gli compete.
Sono anni che ci si
chiede se in Liguria ci potrà essere un nuovo due stelle. Sempre le stelle in
testa, anche se la Michelin lo scorso anno ha fatto il possibile per diminuirne il prestigio, offrendo al pubblico e ai ristoratori dei servizi che cozzano
abbastanza con lo spirito critico.
Fuori da discorsi marginali bisogna comunque che ci si veda più spesso tra quelli della nostra razza, che è vero che rappresentano una generazione di sopravvissuti, però, accidenti, ci dessimo anche una regolata non sarebbe un errore.
Troppo tempo attaccati alle gambe del tavolo, per scrivere progetti degni di Wile Coyote o per afferrare un altro bicchiere di vino francese mentre ci farebbe meno male attaccarci alle gambe di una qualche ballerina dell'est, sempre con un bicchiere che brilli tra le dita. I costi economici sarebbero superiori a quelli fisici, ma il tempo scorre lo stesso: panta rei.
Beh, dai, ci si doveva vedere a Milano alla presentazione della Guida del Touring, ma poi un imprevisto, accidenti, ma dov'è il Giuse? Eccolo qui. Guardiamo avanti Giuse, se voleva essere un richiamo a tornare al Vescovado ci sei riuscito. Richiamo e richiamino
Mancavo in effetti da un bel po', ma solo dal luogo, non dalle persone. Ci si è visti agli eventi con Flavio Costa per i Due Chef al Mercato, e poi nella bellissima quanto evanescente esperienza al Carillon di Portofino, dove, per un brevissimo periodo si mangiò una cucina incorniciata da un cadre unico, una cucina da una stella e mezza, così, pronti e via. Non sembrava vero. Infatti.
Tanti viaggi, tante consulenze, alcune interessanti, alcune improbabili. Oggi si riparte con una nuova energia. Da una gestione propria, al 100%. Con le ambizioni di puntare ancora più in alto, da qui, dal Palazzo Vescovile di Noli, in uno dei ristoranti più belli d'Italia.
Il Palazzo Vescovile
Voi prendete pure l'ascensore panoramico, io faccio le scale e faccio pace con la mia coscienza.
Abitiamo in Paradiso
Grissini finissimi e croccantissimi
Pier Ravera propone subito una sua "scoperta".
Finissimo Pinot Noir 100% extra brut dall'Aube, in direzione Borgogna
Focaccia perfetta e sardenaira -non filologica- ma nobilitata dalla lavorazione della salsa.
E non chiamatela pizza, se no a Genova hanno ragione di chiamare i bus per turisti sposta-furesti
E' chiaramente previsto un servizio dell'olio, e ogni servizio, impeccabile, ci ricorda quanto sia SEMPRE necessario aggiungere un cucchiaio, un salsa cucchiaio o come lo volete chiamare, basta che ce lo mettete.
Due elementi: barbabietola essiccata e formaggetta de Le Manie, appena qui sopra, dove si fanno anche vini di un certo rilievo, quasi d'alpeggio ma vista mare.
Due elementi: topinambour e bottarga nell'uovo
Una insalatina mista apristomaco con pesto di "gentilina". Quando c'è.
Due elementi ancora: meringa al limone e acciuga
La carta, dove la ricerca di un gusto complessivo di un piatto insisterà ancora sul tema dei due elementi. Non è un virtuosismo ricercato, sembra invece una conseguenza logica. Lavorazioni complesse, ma rispettando gli equilibri tra due ingredienti, massimo tre. Il Giuse, che immagino ormai esausto da piatti troppo carichi visti ovunque in giro per il mondo, e probabilmente anche assaggiati.
Il grande pane conviviale, appena sfornato, come al Mirazur.
Servito con quest'olio d'oliva che viene frantoiato con chinotti, che aromatizzano naturalmente il condimento, territoriale quando originale. Non è un olio aromatizzato; è congiunto, anche lui, a due elementi.
Abbinamento "citrico", tra il Blanc del Morgex et de La Salle ...
Con i soffici e fragranti rossetti fritti e posati gentilmente su crema di carciofi, Limone di Noli in gocce e candito, a rinfrescare. Legno di ulivo sullo sfondo.
Due ingredienti, due consistenze: di calamaro e mandorle ... gran classe. Brodo super
Walter de Battè. Un grande uomo, una grande cultura generale, una filosofia specifica per fare il vino
Triglie ... e che cavoli
La concentrazione del fondo fa veramente intendere perché questo pesce sia anche definito beccaccia di mare.
Castagna & sugarello, presi nella rete.
Tortello di cardi gobbi, ricci di mare e liquirizia.
Il mio piatto del giorno, servito per giunta in numero dispari e rosso
Pier sa il fatto suo e si approccia con un Frappato di Cos
Sapidità importanti e cremosità nel raviolo tondo di cavolo nero e patata quarantina, bagnun bianco d'acciuga. Dispari, mai quattro o sei. Saranno in quel numero quelli ad accompagnarci nell'ultimo passeggio.
Un bravo sommelier, quando capisce che il cliente gradisce, può permettersi anche di giocare, di intrattenere. Insomma di entrare nel tavolo e mettersi in gioco mettendoti in gioco.
Lumache & topinambour.
Siamo di nuovo in due. Si intromette un intingolo bastardo quanto irresistibile come un chimichurri.
Non so se si scrive così, però questo è il miglior piatto con lumache che mi ricordo negli ultimi anni, fuori Francia,
Il vino misterioso si svela, gentile, morbido, pacatamente acido.
Quest'uomo ha in mente qualche cosa
Galletto bio piemontese cotto nel fieno e aghi di pino.
In fiammenghilla
Purè all'olio
Fondo bruno
Tranciato al gueridon
e finito al piatto
Un messaggio parte: Avvocato, venga subito a difendermi qui con un Musigny! Non importa di chi.
Crema di mascarpone ghiacciata, purè di mele, spuma di mela.
Matrimonio in bianco
In bianco e secco. Ci sta di chiudere così, raccontandoci su che con un dolce diventa secco con un vino dolce secco e un dolce poco dolce diventa più dolce con un vino secco e, che un dessert è in realtà un aperitivo e, che ... siamo solo docili alcolisti occidentali
E di insistere sul tema : Mela
Firma congiunta in carta
gdf
Beh, un tavolo con l'Avvocato manca da tantissimo tempo.Se mi volete, un flacone lo porterei fin da Milano, il galletto (e non solo...) merita.
RispondiEliminaSpettacoloso Giuse, si vede anche dalla Gorgona
RispondiEliminaIl migliore in zona e non solo . Grande Giuse e Pier .
RispondiEliminaChe meraviglia, giù il cappello.
RispondiEliminaBravo Giuse !!!! sono felicissimo per lui è in gran forma.
RispondiEliminaFlavio
Meraviglia quel galletto, come nella Bresse
RispondiEliminaBeppe
Oh belin finalmente!!!!
RispondiEliminaCi siamo sempre visti di rado e poco ma lo reputo una grande persona e professionista .
Bel articolo e bravi(non che devo dirlo io) giuse e Pier se lo meritano.
Ci vediamo presto
Davide cannavino
Grande,ho avuto un breve incontro con il Giuse,ma per un po ho cucinato le sue idee,persona davvero come ne esistono poche,grande materia prima,belle foto e non ultimo gran bei piatti.Mi fa davvero piacere.
RispondiEliminaTMC