Maison di rm, abbastanza conosciuta in
Francia, meno, molto meno, da noi e dimenticata/snobbata anche dalle guide
nostrane. Colpevolmente.
Visitai l’azienda nel 2010 - Yves Moncuit fu
ottimo cicerone – e mi colpì la qualità dei prodotti, tutti Chardonnay in
purezza, (eccetto il rosé, ovviamente). Siamo a Le Mesnil sur Oger, nel cuore
della Costa dei Bianchi, la cui zona e il cui vitigno, mi stanno affascinando e
conquistando sempre più.
La boccia di oggi, arriva dritta dritta dalla
cave di Yves e Nicole, sette anni sur lattes, più sei di
sboccatura, trascorsi nella mia, di cantina. Il millesimo agevola – già ti
dissi che nel 2002 solo chi non vendemmiò, non fece ottimi vini – ancorchè ciò
sia condizione necessaria, ma non sufficiente. Serve anche dell’altro e,
quell’altro, qui, c’è tutto.
L’ho attesa tanto tempo, perché mi piacciono
(anche) gli champagne maturi e le mie attese sono state ampiamente confermate,
complice, senza dubbio, anche la fortuna di aver centrato la tempistica.
Adesso, forse, boccia all’apogeo.
Maturità che adoro - chiarisco per l’ennesima
volta - solamente laddove sia la freschezza a far da volano, in virtù della
quale, l’evoluzione se ne avvale, esaltandosi.
Bicchiere oro antico e perlage
finissimo e ininterrotto.
Naso classicissimo da bacca bianca: pain
d'épices e confetto, colate di crema pasticcera e agrumi in scorza, con
biscotto al miele e caramello, frutta esotica candita e champignons, a
costituire i segni più tangibili dell’evoluzione, e il gesso che rappresenta, a
tutti gli effetti, l’ingrediente fondante, e trainante, del tratteggio
olfattivo.
In bocca, intatta tensione acida, ritmo in
levare e gran volume. La personalità crayeuse si sviluppa e progredisce
tanto in dimensione, quanto in intensità.
Croccante e profondo il finale, di rilevante
persistenza gessosa, con battiti di cioccolato bianco, nocciola e frutta confit.
Le Mesnil sur Oger, tout se tient.
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