Marco 50&50
Mi manda D. ma preferisco non dirlo.
Una valutazione corretta, deve essere al di sopra di ogni sospetto, di massima trasparenza, niente favoritismi, giocherò la carta della "raccomandata" una volta pagata la "ricevuta" e solo se certo di un mio prossimo "ritorno".
Accogliente ristorante a conduzione familiare, mise en place di livello, tavoli ben distanziati, comode sedute, tovaglie bianche come le ceramiche dalle linee particolari e dalle dimensioni importanti ma armoniche, il locale è impreziosito da travi di legno e colonne in pietra (preoccupante sarebbe il contrario), in cucina Cristian e il padre Gianni, in sala Nives, la mamma di Cristian e la sorridente e per nulla invadente Giulia che si occupa anche della pasticceria e, fortunatamente, anche del mio tavolo.
Solitamente preferisco i locali ad indirizzo unico (anche per poter impostare al meglio il navigatore) , ai Sapori di Terra e di Mare, nato nel 2003 in via Pitentino a Bergamo, la carta invece prende strade diverse, ma i tre mini menù a prezzi davvero piccoli , studiati per poter soddisfare al meglio le esigenze della clientela, forse sono la scelta necessaria per far fronte a richieste ittiche, vegetariane o strettamente territoriali, che potrebbero provenire anche da uno stesso tavolo.
Una carta come piace a me, non sterminata, che pone particolare attenzione ai prodotti stagionali, la garanzia della freschezza garantita anche dalla spesa quotidiana effettuata da produttori di fiducia con i quali i gestori sono in rapporto di amicizia da anni.
Proposte domenicali irrinunciabili garantiscono il tutto esaurito a pranzo in una zona di Bergamo nè "alta" né propriamente centralissima dove, volendo, sarà possibile, invogliati da prezzi oltremodo onesti, soddisfare il desiderio di stappi plurimi, siano bollicine con la erre alla francese o vini toscani dalla c aspirata.
La cantina, gestita personalmente da Cristian, offre oltre cinquecento etichette, (qualche migliaio di bottiglie quindi), lodevole la proposta a calice di una quindicina di vini da dessert ad accompagnare le proposte in carta ad alto tasso glicemico, per gli appassionati, una chicca regionale, il Moscato di Scanzo (del quale si scriveva già nel milletrecento) dalle caratteristiche uniche dovute al Sass de Luna, una roccia calcarea che conferisce alta mineralità al terreno.
La cucina si presenta e mette subito le cose in chiaro, cialda di parmigiano alle arachidi, bigné di caprino e zucca, tartelletta con ricotta e chicchi di riso soffiato al curry e poi ancora, baccalà panato, crema di patate con aceto della Val di Scalve e "cialda" di crudo, pane e grissini in diverse versioni (tutto autoprodotto e freschissimo) e un paio di calici di bollicine trentine.
Potrei andarmene, si fa per dire, soddisfatto e a costo zero, rimango più che volentieri.
Toma panata in crosta di nocciole con misticanza e ristretto ai frutti rossi
Polpo arrostito, peperoncino, insalata di legumi e frutta secca
Ravioli di zucca, fonduta di Casera e pop corn di maialino
Scialatielli con gamberi, cavoletti e briciole di pane tostato
Lombo d'agnello cotto nel fieno su polenta bianca e salsa al vino rosso
Ombrina con carciofi morbidi e croccanti
Frutta nature
Dopo il sorbetto apripista al mandarino, indeciso tra dolce e gabbana opto per una porzione di CioccoLampone e un Moscato Rosa di Franz Haas
Un corposo signor caffè è accompagnato dalla pasticceria under diciotto dallo sguardo dolce, lei potrebbe essere sua nipote, non prendono né camere né tavoli separati ma si accomodano al mio
Sempre aperto, tutti i giorni a pranzo e a cena, tranne martedì e mercoledì solo a pranzo, costanza significa fatica ma anche passione e dedizione, meritevoli, come Giulia che nell'arco di centottanta minuti non ha sbagliato una freccia, un altro buon motivo per ritornare, oltre, naturalmente, che per la bella mano di Cristian in cucina che, non credo di sbagliarmi, sta proponendo piatti di livello alto, qualche piccolo accorgimento in "levare" e l'aggiunta di una punta di acidità, potrebbero dare a lui, alla sua famiglia e ai suoi collaboratori, inaspettate & meritate ulteriori soddisfazioni.
Quando per coincidenze & conoscenze bazzicavo case discografiche, mi sarebbe piaciuto scoprire un talento, scorgere tra tanti chi sarebbe riuscito a mettere la testa fuori, oltre la mediocrità, ma invece di produrre qualcuno ho solo rischiato di essere prodotto, oggi, ascoltando il suggerimento di una bella persona del settore, rischio, con estremo piacere, di essere il primo a parlare di un locale di Bergamo che offre più di quel che ci si aspetta e si paga, Cristian si muove a tempo, con disinvoltura, sembra suoni la sua batteria da cucina in punta di spazzole, sottovoce, quasi a fari spenti nella notte eppure punta deciso verso un bagliore non così lontano.
... e grazie ancora, ah mi ha mandato il suo collega…
Ma perché non l'ha detto prima...
Ora so che le attenzioni ricevute sono la consuetudine verso la vostra clientela, complimenti.
Il gelsomino notturno – G.Pascoli – Luglio 1901
E s’aprono i fiori notturni
nell’ora che penso a’ miei cari
Sono apparse in mezzo ai viburni
Le farfalle crepuscolari
Da un pezzo si tacquero i gridi
Là sola una casa bisbiglia
Sotto l’ali dormono i nidi
Come gli occhi sotto le ciglia
Dai calici aperti si esala
l’odore di fragole rosse
Splende un lume là nella sala
Nasce l’erba sopra le fosse
Un’ape tardiva sussurra
trovando già prese le celle
La Chioccetta per l’aia azzurra
va col suo pigolio di stelle
Per tutta la notte s’esala
l’odore che passa col vento
Passa il lume su per la scala
brilla al primo piano: s’è spento
E’ l’alba: si chiudono i petali
un poco gualciti si cova
dentro l’urna molle e segreta
non so che felicità nuova
M 50&50
In un certamen scolastico venni deriso per aver preferito il Pascoli della malinconica "cavallina storna" invece della più sofisticata ode "Davanti San Guido" del Carducci.
RispondiEliminaQuesta si apre con una quartina che ammutolisce e fa tendere le orecchie...
EliminaAVE