Marco 50&50
PREPOST
Nessuno mi deve nulla.
Non devo nulla a nessuno.
Esco a pranzo per
passione, ceno fuori per amore, scrivo soprattutto per me stesso e non soffro
di aspettative disattese
Si parte.
POST
Avrebbe potuto almeno
offrirmi un caffè, se definita in questi termini, la questione è annosa e
alquanto triste.
Più precisamente è meglio
dire, chi non è generoso e non riesce ad essere riconoscente, quindi già
abbastanza messo male, dovrebbe cercare almeno di essere furbo.
Capita di scrivere un post,
capita di scrivere due righe di questo tenore al ristoratore per informarlo
"giro, per dovere d’informazione, il link relativo al post
pubblicato...", capita, non nell'immediato, ma irrimediabilmente nemmeno
più nell'anonimato, di tornare.
In questo lasso di tempo,
succedono cose, le più disparate, atteggiamenti inspiegabili, sfaccettature, si
assiste, ormai disillusi, a maschere smascherate, si scoprono belle persone da
semplici e assolutamente non filtrate risposte e persone meno belle da risposte
non date, niente, nemmeno un cenno di riscontro, si ricevono telefonate di
ringraziamento con l'invito ad andare ad assaggiare il tacchino, gentilezze
inaspettate e scuse per un servizio offerto sotto tono.
Si ricevono inviti ad
inaugurazioni, a cene con gli autori, dei piatti e dei libri presentati,
risposte scritte spiritose come se la conoscenza fosse di vecchia data,
telefonate che ci informano che sono arrivati i funghi, altre che ci segnalano
che un nostro amico è proprio lì, ora, a pranzo da loro.
Sai, quei signori al
tavolo in fondo sono già venuti più volte a trovarci dopo aver letto il tuo
post, vorrei farti assaggiare questo piatto non ancora in carta per sapere che
ne pensi, ci sentiamo dire.
Capita di ricevere, inaspettati
e graditi attestati di stima, da ristoratori stellati e non che leggendo un
post si sentono ancor più motivati ad andare avanti, avvengono scambi di
energia, al di là del calice offerto, di un sacchetto di riso, di una
bottiglia, piccole grandi cose.
Di norma il conto si
arrotonda, non siamo fiscalisti, se ci viene detto, vorrei farti assaggiare x,
di norma non dovremmo ritrovarci x alla seconda sul conto, di norma.
Le persone sono diverse una
dall'altra e tranne in caso di invito esplicito, credo sia giusto pagare il
conto, sempre, ma dispiace vedere ristoratori che sembra usino il bilancino non
solo per pesare il tartufo, non dando il giusto peso ad un rapporto che,
dovrebbe, essere diverso, raccontare un pranzo, aumenta inevitabilmente, il giro
di clienti, eppure ad alcuni ristoratori supponenti sembra di fargli un torto,
sono quegli stessi ristoratori che non emettono ricevuta, confidando che non
sia io fiscale a farne richiesta, intendiamoci, niente è dovuto, spero di
essermi spiegato bene a questo proposito, il discorso non si riduce alla
banalità del limoncello offerto, spero quindi di non essere frainteso,
Se alcuni stappano per
condividerla, una bella boccia di Champagne, stride vedere che altri, dai quali
siamo stati più volte, in due o multipli, quindi più coperti anche in
primavera-estate, facciano fatica ad essere un po' meno calcolatori, o per lo
meno che sappiano fare i loro calcoli usando qualche grammo residuo di onestà
intellettuale.
Quanti presentano il tutto
esaurito tutto l'anno a pranzo e a cena? Appunto.
Anche fosse, per educazione,
due righe di risposta si danno comunque, considerando che dovrebbe essere più
facile mantenere un cliente che cercarne uno nuovo...
POSTSCRIPTUM
L’educazione vi fa difetto
come un cappello troppo grosso su una testa troppo piccola…
“Non credo tu abbia voce
in capitolo per parlarci di educazione”
Infatti, non avendo voce
in capitolo scrivo, non avete capito un c@zzo.
M 50&50
Pochissimi possono esordire con un tale prepost, che batte qualsiasi disclamer. Il post è la splendida conseguenza, con chiosa da urlo.
RispondiEliminaGrande Marco
Mi imbarazzi e mi consoli, x lo - mi sono spiegato, oggi ho messo gli occhi su una bolla che presto sarà mia, devo solo farle una corte discreta...
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