Sta girando a vanvera, immagino inseguendo la freccetta del mouse. Insetto e topo. Non si capiscono, arrivano da sistemi troppo diversi per potersi sovrapporre. Uno di qui e uno di là, sommandosi solo a momenti. L'insetto è attratto dalla luce retro proposta dallo schermo satinato, che non la riflette, ed essendo probabilmente lei femmina, non gradisce, e non lo nasconde, rivelandolo con la sua camminata spazientita.
Retro illuminata è ormai anche la mia modernissima tastiera, che mi consente contemporaneamente di scrivere su words e inseguire con lo sguardo l'insetto sullo schermo anche con un solo occhio, e al buio, con discrezione. L'insetto di sesso incerto pare ormai a suo agio anche se un po' troppo fissato sulla schermata iniziale di Chrome.
Con le sue sei zampettte continua a camminarmi sullo schermo. Ha/ho otto icone disponibili sulla schermata iniziale di Chrome; non ce la può fare a occuparle tutte contemporaneamente, ci gira sopra ansiosamente, la tengo d'occhio, potrebbe risolvermi la serata con una sua scelta .
Non decide, allora ne provo una io, io e il mouse a dire il vero, concordi. Niente, non si muove più, non gli interessa il sito che ho aperto, e neanch'io a dire il vero mi diverto ancora a guardare quello che ho aperto. Chiudo, anzi, metto a icona, per pigrizia. Ne provo un'altra: click: gli piace ancora di meno, si sposta provocatoriamente sulla barra degli indirizzi.
Prima che mi mandi a quel paese riprovo con il piano C. Spazientito, l'insetto gira al largo sui 17 pollici, girandosene almeno sei dei suoi. Apro l'icona 4 di google chrome, la mia quarta in ordine di preferenza giornaliera. Spazientita vola via. Lei può, lui può, io invece rimango li, senza il mio insetto, la mia unica e vera attrattiva per rimanere ancora collegato al web anche stasera.
gdf
Dà assuefazione come schiacciare i pallini della carta d'imballaggio
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