lunedì 8 settembre 2014

Il vegetale terrestre

gdf

Sintonizziamoci. La verdura mangiamola appena colta. Invece con la frutta ci si può comportare diversamente, perché secondo me è meglio coglierla non al limite della maturazione per poi riservarsela in casa un paio di giorni, per guardarla, annusarla, prima ancora di consumarla, per sommare il piacere del gusto a quello della vista e dell’olfatto.

La notizia è di qualche giorno fa, una notizia di quelle che andava lasciata evolvere per qualche breve tempo prima di farci sopra qualche riflessione, come una pesca non maturata per palpeggio ma per naturale evoluzione dei suoi zuccheri.

Dunque, Alain Ducasse ha deciso – sicuramente insieme ad una equipe di esperti di marketing e di comunicazione - di eliminare le carni dalla carta del suo ristorante parigino collocato dentro il Plaza Athénée. Decisione che sembrerebbe ardita ma che invece segue l’inevitabile spinta che prima arrivava solo dal basso, come le rivoluzioni, ma che anche dall’alto aveva già mandato messaggi forti e chiari in passato, proprio da Parigi, da Alain Passard, tanto per dire, che a L’Arpege prima eliminò la carne, e poi, gradatamente, pressoché anche tutti i prodotti ittici.

il mio ultimo pigeon au foie gras al Louis XV ?
Ducasse, così facendo, con un sol rond de serviette si è levato dai piedi ogni problema legato agli animalisti, per non riparlare dell’affaire foie gras, che ha messo in imbarazzo mezzo esagono.

Ma perché il Padrino della cucina francese ha deciso di far partire la rivoluzione da  Parigi e non da Montecarlo? Ecco, a Montecarlo il terreno poteva essere facilmente inteso come più pronto al cambiamento, laggiù, di fronte al mare e con alle spalle il Giardino di Provenza, a cui Ducasse ha sempre dedicato un menù tematico, un soft-veg-gourmet.

Lo stesso riscontro di comunicazione, web o cartaceo, ci suggerisce la risposta, perché raramente si è vista una ricaduta mediatica di queste proporzioni atomiche per un annuncio che se fatto da chiunque altro (anche a suo tempo da Passard) non avrebbe avuto un così grande rilievo, pressoché planetario. Questi, i nostri amici francesi, con altri due o tre colpi di questo calibro sono e saranno in grado spostare l'attenzione su Parigi e non su Milano l'anno prossimo. Una volta che gli extra europei saranno qui per l'Expo, beh, magari un giretto a Parigi ? Un salto a Montecarlo? Due Chateaux in Loira? Una bicchierata a Bordeaux e una in Borgogna? Dai, due bollicine a Reims ...

Questo è un piatto vegan ...
Le rivoluzioni partono da Parigi, dall’alto o dal basso, e quando si incontrano senza spargimento di sangue è bene prestargli buona attenzione, perché la prossima tendenza è questa, e se avete delle obbligazioni in scadenza, non le rinnoverei all’uno per certo di cedola, ma forse aprirei un bistrot di golosa cucina vegetariana, ma con poche alghe, e senza seitan, senza tofu, per cortesia, artigiani fa rima con vegetariani.


Ci vuole fegato e cervello però per mettere in atto il progetto, due materie prime che dal Ducasse parigino spariranno dalla carta, ma resteranno ben fresche ai piani alti della sua società.

Un'ultima riflessione egoistica mi spinge verso una decisione contro corrente, che stavolta non andrà tradita, per nessun motivo al mondo; stavolta bisognerà essere rapidi come una lepre, perché novembre è dietro l’angolo, e questo novembre potrebbe essere l’ultimo per concedersi una vera Lièvre à la Royale al Louis XV, rimasto per ora indenne dalla stellata rivoluzione Ducassiana partita da Parigi alla conquista del mondo.

gdf

  

5 commenti:

  1. Scelta di mercato mascherata da buonismo. La carne no ma il pesce si? Beh, e allora'?Ci sei o ci fai? E poi, perché non far convivere una bella insalata di pomodori, un piatto di pasta e un piccione con foie gras? Bah ...
    Giorgio C

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  2. Il seitan però è proprio una schifezza ...
    Beppe

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  3. Ecco qui, da le Figaro. Si stanno muovendo le corazzate. Sembra siano loro a prepararsi per l'Expo ...

    "Par un heureux hasard, ce dernier trimestre coïncide avec une jolie valse de chefs étoilés. Des arrivées, des départs, des attentes: le mercato bat son plein. Alain Ducasse au Plaza Athénée, Yannick Alléno chez Ledoyen, Guy Savoy à la Monnaie de Paris ou encore Joël Robuchon à Bordeaux marquent le grand retour de la haute-gastronomie dans des adresses prestigieuses ou patrimoniales, tandis que l'arrivée de nouveaux palaces comme le Peninsula dynamise l'ouest parisien. Enfin, la surprise pourrait bien venir aussi de grands chefs actuellement en vacance de piano mais non sans projets comme Michel Roth (ex-Ritz), Philippe Labbé (ex-Shangri la) ou Christian Le Squer (ex-Ledoyen). Après des saisons plutôt atones et sans grande magie, cette rentrée place la barre très haut. Plutôt une bonne nouvelle."

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  4. Niente obbligazioni in scadenza...solo la mia bella faccina di tolla davanti al direttore di filiale....cheffaccio, procedo?
    La dama cipollata

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