- by Dj Il Duca -
Si
veste d’oro, debole, con lampi verdi.
Bollicina
abbastanza fine, regolare e persistente
Il
primo impatto con le narici è que Mesnil,
la craie pura di Mesnil. Quella, per
capirci, che quando scorrazzi per vigneti ti abbaglia e sa sedurti. Gesso,
gesso e ancora gesso. Dopo sale anche il resto, dai fiori bianchi (pochi) agli
agrumi e alla frutta – lime e mandarino, pesca e mela – dagli aromi di
panificazione a squisiti cenni di mandorla. Tutto, sia chiaro, sotto l’attenta
regia della mineralità, che distribuisce pesi e misure.
In
bocca? Avete presente un pattino che sfregia il ghiaccio? Centrato. Dritto e aitante,
con una vivace spinta acida. La mineralità gessosa occupa e “perseguita” il
palato, placando l’emergere del frutto.
E’
lo stile affilato – la droiture - di
questa Maison, che può piacere, ma
anche no. A me garba una cifra.
Chiude
fresco e iodato, concedendo qualcosa circa la lunghezza e la persistenza, per
la verità, un po’ sbrigative e sbarazzine. Provatelo
con le ostriche.
"Si veste d'oro, debole, con lampi verdi", pensavo ad un post sul Brasile e poi il gesso che delimita l'area... lo stesso che scrive sulla lavagna: bentornato DJ
RispondiEliminaM 50&50
Ma con le ostriche non sarebbe meglio un Muscadet?
RispondiEliminaGeorges
Muscadet, Sancerre, Chablis... uno Champagne da associare alle ostriche, per non lasciarti in bocca un gusto metallico, dovrebbe essere abbastanza "morbido". Non conosco questo in dettaglio, ma leggo di sensazione iodate, e quindi ci potrebbe stare.
RispondiEliminaSono tutti ottimi quelli che suggerisce il Guardiano. Io preferisco lo champagne. De gustibus
RispondiEliminaID