sabato 19 aprile 2014

Pasqua in Crociera


del Guardiano del Faro



“Il Michelangelo , insieme al gemello Raffaello fu l'ultimo transatlantico costruito per la Società Italia. Rimase in servizio per soli dieci anni, dal 1965 al 1975, prima di essere posto in disarmo per via delle ormai insostenibili perdite economiche del servizio passeggeri su transatlantico. Venduto al governo iraniano per essere utilizzato come alloggio per gli ufficiali e le truppe che seguivano la costruzione del porto di Bandar Abbas vi rimase in stato di crescente abbandono fino al 1991, quando, privato delle sovrastrutture, fu rimorchiato in Pakistan e demolito…”


Ultimo viaggio: 1975. Quindi questo documento originale che mi trovo tra le mani rappresenta una delle ultime stagioni di navigazione pasquale del celebre transatlantico italiano. Il 29 marzo 1972 partirono -non so da dove ma molto probabilmente da New York- per una settimana in direzione Caraibi.

Questo catalogo composto da una trentina di pagine, tutto scritto in inglese e stampato su spesso cartoncino, rappresenta sostanzialmente la sostanza, il sostentamento e non il programma di navigazione : si, la lista delle vivande e degli eventi mangerecci che i croceristi affrontarono in quella (sicuramente splendida) settimana di vacanza, fino al mercoledì 5 aprile 1972.



Captain Carlo Kirn, Chief Engineer Antonio Beiso, Chef Purser Alberto Lovisolo, Entertainment by Ralph Michele. Ok, però a me interessa sapere che cosa si mangiarono i fortunati croceristi, quindi vado a cercare anche il nome dello chef, tale Andrea Pittaluga, proveniente, si legge tra le righe, dalla Ligurian Riviera. E' quello in alto, quello alto, insieme al maitre mezz maitre



Curiosa la pagina che sintetizza un improbabile “Gastronomic tour of Italy” dove vengono dettagliate alcune ricette regionali, almeno secondo lo chef, che individua i Ravioli with ricotta in Trentino, le Emiliana veal scaloppine  evidentemente in Emilia, lo Spring Chicken cacciatora in Toscana e il Rice with shrimps in Veneto.



Questi e altri fantasiosi piatti verranno implacabilmente serviti durante la settimana di navigazione agli ordini del Head Maitre Zino Morscio, dal curriculum da vecchia volpe del mestiere, originario di Bordighera.

Da quello che posso capire sfogliando le spesse pagine, esistevano un paio di piatti del giorno preceduti da una serie di antipasti e che anticipavano i dessert. A questo si aggiungeva una vasta lista di vivande ordinabili alla carta, ma solo alla sera, salvo esigenze particolari, come specificato in calce al documento. Ecco quindi i Fusilli alla Scarpara (che lo chef annuncia essere stati boiled al dente) e le braciole di bue alla Sorrentina. Questo il primo giorno.



Il giorno successivo deve essere stato impegnativo, se è vero che a pranzo furono previsti i Ravioli alla Genovese e la Cima di cappone alla Rivierasca, oltre agli antipasti ed ai dessert d'ordinanza, e la sera addirittura un “Gala dinner”. 

Chiaro che se vai una settimana in crociera ti dovresti portare abiti comodi, che contengano almeno altre due taglie oltre a quella che ti sei portato alla partenza, anche perché il giorno dopo ci si sposta solo idealmente verso il Veneto per gustare i Maltagliati ragutati alla Padovana, seguiti dal Fegato alla Veneziana con polenta.

Una delle carte (sempre diverse) disponibili la sera la metto per esteso per immagini in fondo al post, perché talmente ricca di spunti e spuntini che  per descriverla a parole si farebbe notte fonda, anche se così mal impaginata fa a schiaffi con la cura del resto del volume.


Dopo la colazione del giorno successivo ecco annunciarsi all’orizzonte un profumo di Sicilia: Timballo di maccheroni alla Siciliana e Falsomagro (sic) alla Catanese avranno ben sfamato il popolo galleggiante? A Pasqua di cena e non di pranzo si trattò, e questa è una curiosità snobistica da croceristi. Me li vedo, tutti eleganti e impomatati, ben accompagnati da tornite signore in abito lungo, e comodo.




Pronti a tutto, sbeffeggiando il Triangolo delle Bermude, giungendo al menù successivo a base di eloquente romanità, con Bucatini all’Amatriciana e Saltimbocca alla Romana, e via a seguire verso la Costa Adriatica forse con davanti il profilo delle coste cubane, rendendo però omaggio alle Marche, presente sulla Michelangelo con le Pappardelle gratinate alla Maceratese e con il Galletto in fricassea come a Porto Recanati.


Di Porto in porto, con la delusione nel cuore per non aver qui trovato tracce di vino, e neppure una copia originale della carta dei vini, che nel 1972, immagino piena di chicche d’altri tempi e denominazioni vintage. Qualche traccia di campanilismo la posso invece individuare nell’origine dichiarata di alcuni prodotti da esportazione, come il prosciutto crudo, a giorni di Langhirano, di Saint Daniele e a giorni di Parma o il salame, a volte di Cremona oppure di Varzi, mentre i formaggi mettono tristezza: Emmenthal, Provolone e Camembert accompagnano sul carrello il Bel Paese, il nostro, quello comunque da esportazione e che continua galleggiare tra le onde.


Fu la vacanza dei ricchi, ma c'è differenza tra progresso e sviluppo.

E finalmente il menù di Pasqua!

gdf


8 commenti:

  1. Un viaggio con la macchina del tempo . Ma quanto mangiavano i ricchi! Oggi il vanto è essere ricchi e magri. progresso e non sviluppo.
    Giorgio

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  2. Non solo i ricchi mangiano, oggi sulle crociere moderne si mangia alquanto bene. Un bel documento.

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  3. oggi sulle crociere si mangia bene?? ma dove?..ne ho fatte un paio neglio ultimi anni con la compagnia dell'eroe Schettino e non vedevo l'ora di mettere i piedi a terra per sfamarmi in maniera decorosa... ai tempi del titanic era sicuramente un'altra cosa

    Pat Garrett

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  4. Sono al terminal a Savona, nessun abito da sera nel mio trolley, sembra distribuiscano la pizza h24, non mi hanno garantito alcun valzer viennese d'accompagnamento ma sembra accompagnino la viennese con marmellata e mostarda, il mio gommista ha già preso possesso della sua cabina in prima classe, forse c'incontreremo al trenino, un signora ingioiellata mi spinge contro un turista tedesco in abbigliamento d'ordinanza, anche la moglie è in bermuda e canottiera ma senza calze, nessuna calza velata a babordo, devo sbrigarmi, nel preserale sarò giudice di linea, "scopri il vip" sembra imperdibile, dopo cena (alle 19 e 33 mi hanno assegnato il primo turno) devo arbitrare un incontro di cartello, la disfida tra würstel e salsiccia, un gigolò porta borse e portatile alla manager in Carrera cabrio, lei, molto volgare, non è una grande bellezza nemmeno lui si avvicina al Richard Gere di American gigolò, allora ripenso al fascino senza tempo di Lauren Hutton e alle foto piene di fascino d'altri tempi postate su un blog...
    Auguri.
    M 50&50

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  5. Un quadro di contrasto assai divergente, di oggi e di ieri.
    BB

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  6. grazie gdf, che nostalgia avendo la fortuna di aver fatto ben due crociere su Michelangelo e Raffaello in epoca adolescenziale, ho grandi ricordi del cibo anche suffragati dal parere di quel piccolo gourmet che era mio padre, si, si mangiava proprio bene. Purtroppo non ho ricordi dei vini anche se i genitori già mi permettevano di berlo in piccola quantità.

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  7. lo Chef Pittaluga era mio nonno!
    Grazie per aver condiviso questo ricordo!

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