Si direbbe un millesimo classico quello che porta sulla copertina la nuova edizione della Guida Michelin Francia. Il 2014 si distingue per un nuovo tre stelle, nella zona de La Champagne. Trattasi del trentanovenne Arnaud Lallement de L'Assiette Champenoise. Accidenti, stavolta mi hanno colto di sorpresa, a Tinquex non ci sono mai stato. Bisognerà rimediare.
La notizia che più ci riguarda, in quanto italiani beneficianti della bontà dei cari cugini francesi, è però evidenziata al capitolo due stelle, perché, se la memoria non mi inganna, un altro tabù è caduto e dunque abbiamo finalmente un cuoco italiano premiato con due stelle in terra di Francia.
Si tratta di Stefano D'Onghia del Il Cortile di Mulhouse, non distante da Strasburgo e Basilea. Qualche dubbio e il ricordo di una stella parigina anche per Paracucchi, ma i giornalisti de Le Figarò confermano la buona novella. E' lui il primo italiano premiato in Francia con due stelle.
Gli altri nuovi due stelle sono sparpagliati per tutto l'esagono, partendo dall'Akrame di Parigi, a seguire la Table du Connéttable di Chantilly, la Kintessence di Courchevel, Le Chambard di Kayserberg, fino a scendere in Costa Azzurra per il giusto riconoscimento meritato da Banzo a La Villa Madie di Cassis.
Sono 610 i locali stellati quest'anno, meno del doppio di quelli della corrispondente giuda italiana: 504 ad una stella, 79 a due stelle e 27 a tre stelle. In 115 di quei 504 si fa notare che si può mangiare con 30 euro, o anche con qualche cosa di meno, il che è un bel segnale, perché la tendenza stava girandosi verso i bib bourmand per ovvi motivi di riduzione di budget, mentre anche a livello superiore ci si è resi conto che dare una limata ai prezzi può giovare al lavoro senza far troppi compromessi con la qualità
Quasi nessun movimento sulle alte vette, tranne il riposizionamento parigino di Alain Ducasse, che chiuse al Plaza Athénée ma subentrò felicemente al Meurice dopo la partenza di Yannick Alléno. Cambiano i fattori, ma il totale fa sempre tre.
Perdono le loro due stelle in un sol colpo e per diversi motivi Senderens a Parigi, L'Hostellerie Le Castellas di Pont du Gard, L'Hostellerie Plaisance di Saint Emilion. Da due a una scendono locali piuttosto noti, a partire dal parigino Apicius, al lionnese Auberge de l'Ile; il corso Casadelmar di Portovecchio, l'elegantissimo Saint Martin di Vence e infine, qui a due passi dal faro, cede la seconda discussa stella l'Hostellerie Jerome di Bruno Cirino a La Turbie.
Per quanto riguarda tutti i movimenti mono-stellati, per non dilungarsi oltre, meglio fare un salto in libreria, già da oggi.
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gdf
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RispondiEliminaDa Lallement ci devi andare. Io ci passai tre anni e mezzo fa e fu un 18 pieno: sei piatti alla carta e nemmeno un'incertezza. Pochi svolazzi - se non dove sono meno dannosi e più divertenti, agli amuse-bouches e ai dolci -, sapori pieni come (quasi) solo in Francia si trova e un sicuro, anche se non dirompente, talento. E poi può essere un'occasione per tornare con un bel po' di bocce nel baule...
RispondiEliminaSi, questa primavera potrei anche fare a meno della Borgogna a vantaggio de La Champagne. Merci
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