giovedì 26 luglio 2012

PAUL SIMON Graceland


Correva il 1987, in viaggio per le vacanze di Pasqua sotto una pioggia che effettivamente rompeva, sul sedile posteriore dell’ammiraglia di famiglia il walkman nelle mie orecchie mi faceva ascoltare per la prima volta canzone d’autore (e che autore!) americana miscelata con ritmi sudafricani di Soweto (ma questo l’avrei saputo dopo..) e a me all’epoca sedicenne bulimico di musica, con questa cassetta prestata da un compagno di classe, sembrava di toccare il cielo con un dito. Dopo venticinque anni oggi questo cd gira ancora nel mio impianto, portandomi freschezza, grandi canzoni e senza dubbio il genio di Paul Simon. ”Mississippi Delta was shining like a National Guitar..”,ma non solo, allora rimasi colpito dal funk di You Can Call Me Al, la meravigliosa indolenza di Under African Skies, Diamonds On The Soles Of Her Shoes, che rappresenta forse il punto d’incontro più alto tra la cultura musicale di Paul Simon e quella sudafricana in questo album. Oggi noto con piacere che, con qualche anno e svariati ascolti in più sulle spalle i miei gusti non siano cambiati (meno male!) e le canzoni che quel giorno mi colpirono abbiano ancora la preferenza, ma si possono aggiungere tranquillamente tutte le altre, per quanto questo disco sia in effetti cesellato dalla prima all’ultima nota e non ci sia effettivamente nulla non dico da buttare, ma soltanto di seconda fascia. Abbinare quindi una bottiglia a un disco così potrebbe risultare alquanto difficile, vista l’oggettiva perfezione di questa musica, preferisco quindi andare con un abbinamento non convenzionale: cioè il vino che ho bevuto a cena questa sera che probabilmente non c’entrerà nulla con Paul Simon,ma mi ha tenuto compagnia con l’ultimo bicchiere mentre ho deciso di dedicare un pensiero affettuoso ad uno dei dischi che davvero mi hanno fatto, e continueranno ancora,compagnia in questo pezzo di vita: Valpolicella Superiore Trabucchi 2002.                                              
                                                                                                                    
           G .The Pharmacist





3 commenti:

  1. Gran disco, la bottiglia invece non la conosco, com'era?

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  2. Un bel Valpolicella,con dieci anni sulle spalle,ma ancora in ottima forma,vino sicuramente più invernale,con un bel frutto sotto spirito e aromi terziari(caffè soprattutto),preso in una serata di fine primavera con una temperatura che ancpra permetteva di berlo.A me è piaciuto!

    G.

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