lunedì 14 febbraio 2011

Il Sinòira di Costigliole d'Asti


La stufa che vedete nell’immagine qui sopra fa parte della storia dell’alta ristorazione italiana. Questa stufa si trova nella cucina del ristorante oggi denominato Sinòira , a Costigliole d’Asti . Per decenni in questi piccoli spazi operò Lidia Alciati che con tutta la famiglia in aiuto alla cucina, o schierata in sala al servizio dell’entusiasta clientela, portò il “Guido di Costigliole” ad essere considerato per almeno due decenni uno dei migliori cinque ristoranti italiani.

Inutile insistere sullo stato d’animo che si prova entrando in questo locale disposto su tre piani: bar dell’ingresso a piano terreno e secondo piano interrato dove c’è la sala vera e propria, mentre scendendo ancora ci sarebbe il tesoro di cantina degli Alciati, e questo provoca una inevitabile strana emozione per chi come me frequentò il locale nei tempi d’oro. Ma anche senza il batticuore che provocherebbe la discesa nella caverna di Ali Babà, è già sufficiente scendere i pochi gradini che portano in uno dei due sottoscala più noti ai gourmet degli anni ’80 per annusare un’atmosfera vissuta in un felice passato. Un sotto scala degno dell’altro, anche se per una connotazione di cucina profondamente diversa. L’altro sotto scala stava a Milano in Bonvesin de la Riva.



Atmosfera giustamente cambiata, molto cambiata, anche se andare contro i conservatori piemontesi e far loro cambiare un idea diventa veramente un impresa durissima da affrontare. Riuscire a far intendere una cosa diversa, anche dopo anni, anche svecchiando e innovando gli ambienti con un vivo gioco di colori , modernizzando con decisione la mise en place e buona parte dell’arredamento senza svilire un valore certo di cucina .


Ma bando ad ulteriori slanci malinconici, perché la vivacità dei colori, la luminosità degli interni ( anche in basso), la felice mano in cucina, la gentilezza del servizio e la calibrata cantina invitano a vivere il gradevolissimo presente di questo locale. Forse per uscire definitivamente dal passato non sarebbe una cattiva idea salire al piano terra con un servizio ristorante/bistrot ancora più agile, che possa avvicinare di più il cliente dubbioso non ancora disposto a scendere con disinvoltura quei pochi gradini, spesso ancora intesi e riservati ad una grande serata piuttosto che ad una semplice ed appagante pausa pranzo.

Qui di seguito alcuni piatti molto convincenti tratti dal nostro menù di ieri, dove sintesi e concentrazioni di sapori non sono mancati, e dove il rapporto qualità prezzo teme pochi paragoni:


I migliori cardi dell'inverno questi del Sinòira, con classica fonduta e vezzoso ovetto di quaglia

Riuscito spunto di fusion in questo cous cous speziato con peperoni arrostiti e salsiccia al Barbera.


Gli immancabili Plin , qui in versione burro e salvia.

La morbida e saporita faraona al lardo con mele stufate.


Faticoso il rientro a casa dopo questa giornata, ma questo bel disco di Solomon Burke mi aiuta a rimanere sveglio e lucido. Lucien




Ristorante Sinòira
Via Umberto I , 27
Costigliole d'Asti
Tel . 0141 966012





gdf

6 commenti:

  1. Rientro decisamente complicato, ma non tanto per la stanchezza quanto per una strada sbarrata di notte in mezzo ad una soffice nebbia mentre tom tom continuava a dire che avrea dovuto andare oltre la barriera, ma forse c'era il Tanaro oltre la barriera ? Non lo so, però è stato carino passare all'una di notte da Dogliani e vedere la cattedrale e il centro del paese illuminato prima di ritrovare una soluzione efficace per prendere l'autostrada, ma senza neanche un bicchiere di Dolcetto...

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  2. La prossima volta chiederemo a Nicoletta (Bocca) di aspettarti sotto la cattedrale con un bicchiere di San Fereolo defatigante ;-))

    A me ha salvato (as usual) l'autogrill di Scarmagno, caffè doppio al ginseng certificato demeter (scherzo..)

    Hazel e Ciciuxs a voi il rientro com'è andato?

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  3. Ciao Roberto GdF e complimenti ancora. GUIDO di Costigliole è stato uno dei migliori, almeno per me, ristoranti degli anni '80. La mia prima visita risale al 1985- forse prima ancora. Ho perso il conto. GUIDO fu l'unico ristorante/ristoratore a chiedermi anticipatamente, alla prenotazione, se fossi già stato nel loro locale e quali piatti avessi già degustato, onde evitare menu doppioni, visto che arrivavo da lontano. Questa cosa m'è sempre rimasta impressa. Un'attenzione in più per i clienti. Una coccola iniziale? La sua cantina immensa (non sono un grande appassionato di vini) m'ha dato modo comunque di conoscere produttori locali eccezionali, come un tal Bernardino Gastaldi, i Bera per i Moscati ecc.Ricordo ricarichi onestissimi. La sua cucina, netta, tradizionale-innovattiva, precisa, radicata in quel fantastico territorio, m'ha sempre affascinato. Una preparazione che prevedeva trifola nella ricetta, non era un piatto con trifola facoltativa extra in aggiunta($). Questo un altro suo concetto che mi sorprese. Una per tutte: fantastici tajarin serviti in zuppierina alta, con burro versato, trifola e scoperchiata al tavolo, sotto il naso.
    La distanza(in tutti i sensi) non mi consente oggi di riverificare ma il ricordo è e resta indelebile.
    Ciao
    LAMAX61°

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  4. Fantastico recupero di memoria Max, così si fa, e quelli che ci guardano come fossimo delle mummie nostalgiche quando parliamo di questi argomenti in realtà sono solo invidiosi di non aver provato emozioni così intense.

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  5. ciao e buona domenica. Bisogna ammettere che siam stati fortunati però. Abbiamo assistito/vissuto ad una rivoluzione importante del mondo della ristorazione ed ora, invece, cominciamo(a dire il vero è da un bel po') a vedere il declino o, forse, comprendiamo che non è possibile stare sempre in perenne stato rivoluzionario. Passare dallo sfamarsi al capire cosa si sta mangiando ed al piacere che ne deriva è stata una grande ed epocale rivoluzione (vale anche per la parte ENO). Difficile, a breve, il ripetersi di analoga congiunzione astrale.
    Siamo sempre alla finestra.
    Ciao
    LAMAX61°

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