- di gdf 2011 -
Tutto cominciò a Parigi , e dove se no ? A Parigi al numero 17 di Place de La Madeleine, al Kaspia Caviar . Il profumo si avvertiva già a qualche decina di metri dall’ingresso e il progressivo avvicinamento saturava il naso già prima di varcare l’ingresso del piccolo locale di mescita di caviale fresco russo. All’interno il sentore era talmente forte, talmente viscerale da diventare disturbante. A quel punto le opzioni erano due : farsi confezionare il pacchetto con la quantità di caviale fresco per l’asporto oppure salire al primo piano per una degustazione sul posto, per la pausa pranzo.
I diversi tipi di caviale stavano dentro a vaschette , come quelle dei gelatai per intenderci, incastrate nel mobiletto frigorifero con protezione in vetro apribile, il tutto a vista, servizio compreso, esattamente come si fa per il gelato i contenitori in vetro venivano colmati della quantità richiesta con la paletta ( in plastica o madreperla che fosse ) ma con le medesime modalità di quando andate a scegliere un crema-cioccolato-torroncino, tutto molto semplice come tutte le cose di questa terra sarebbero semplici se lo volessimo. Bastava dire, mi faccia 50 grammi di beluga, 50 di osietra e 50 di sevruga, tutti rigorosamente selvaggi, e la spesa era fatta, e neanche a prezzi proibitivi. Qualche fetta di salmone selvaggio affumicato affettato al momento , confezionato come si fa con il prosciutto crudo, qualche blinis da riscaldare in forno, uno scatolino di panna acida fresca e il gioco era fatto.
Per chi voleva salire nella saletta al primo piano c’era a disposizione nella pausa pranzo una formula menù che prevedeva qualche fetta di salmone e di storione affumicato, blinis, panna acida, la degustazione dei tre caviali nelle papaline da trenta grammi, mezza bottiglia di Champagne maison e una fetta di tarte tatin con gelato di crema a chiudere. Una variabile ammessa al menù, diversamente dalla carta, la sostituzione della mezzina di Champagne con una da mezzo litro di Vodka ghiacciata, proprio con l’ampolla “avvolta” in un grande blocco di ghiaccio e rabboccata con mezzo litro di vodka . Qualche centinaio di franchetti ben spesi.
Oggi purtroppo al
Kaspia Caviar certe cose non sono più così democratiche, se è vero che il menù di
San Silvestro prevedeva
grosso modo quanto sopra descritto, ma con l’utilizzo di caviali d’allevamento dai nomi fantasiosi e alla cifretta di
479 euro .
Sull’uso gastronomico più evoluto mi piace ricordare tre piatti trois etoiles, e cioè il mitico bar au caviar da Pic a Valence, il medesimo pesce tartinato di tre caviali da Bruneau a Bruxelles e infine il geniale, snobistico, buonissimo e ironico gioiello di Gualtiero Marchesi : l’insalata di spaghetti al caviale.
Ma questo quando si usavano con discreta disinvoltura prodotti russi o iraniani, ahinoi, dall’Acquitania o da Calvisano non giungono cose altrettanto indimenticabili.
Più per il divertissement che per reale convinzione di fare qualche cosa di veramente eccellente ieri sono andato a inciampare in negozio di prodotti russi, naturalmente di caviale “vero” neanche l’ombra, però questo vero “caviale rosso” , da salmone selvaggio e lavorato con grande rispetto della materia prima mi ha intrigato al punto che me ne sono portato a casa 150 grammi con intenzioni bellicose.
Et voilà, ecco la mia insalata tiepida di spaghetti al caviale rosso selvaggio, una discreta esecuzione, credetemi, olio nuovo di Castelvittorio, erba cipollina fresca, la pasta è Barilla, linguine per la precisione, le ovette di salmone, mica piccoline, belugano a temperatura media e schioccano sotto i denti liberando iodio e colesterolo . Si attaccano alla bocca, invadono il palato e se le tocchi con le mani hanno quel profumo/odore noto ai praticanti assidui dell’inutile scambio di liquidi. Liquido in accompagnamento altrettanto alternativo, come dire, il vino del contadino in versione molto confidenziale, addirittura con il tappo a corona questo chardonnay che arriva da un comune prossimo alla Senna. Sempre la Senna , tutto cominciò a Parigi , in Place de La Madeleine, a pochi passi dalla Senna.
http://www.caviarkaspia.com/
gdf
E due postille a chiudere :
RispondiElimina1. le foto delle uova si vedono meglio allargandole.
2. Quiz. In quale ristorante pluristellato sono in uso i medesimi piatti ?
a) Ok meglio allargare ;-) sempre..
RispondiEliminab) France o Italie ?
snobisme oblige..
pensavo di vedere una "pravda".
RispondiElimina...mi hai dato un'idea di abbinamento.
Fabrizio
I quiz diventano due:
RispondiEliminaDi che marca sono i piatti ?
Qual'è lo stellatissimo italiano che li usa? (stesso disegno...)
Beh, ti prego... Non lasciarmi cosi' in sospeso. Li ho gia' visti, quei piatti, ma non riesco proprio a ricordare dove.A questo punto sono curioso
RispondiEliminaWedgwood al Sorriso :-)
RispondiEliminaGrazie, sto invecchiando....
RispondiEliminahttp://img208.imageshack.us/img208/5018/wedgwoodsorriso.jpg
"noto ai praticanti assidui dell’inutile scambio di liquidi" la metto nel mio personale livre des merveilles du monde, e sono certo che anche Rustichello da Pisa avrebbe provveduto egualmente nel suo originale...