martedì 28 dicembre 2010

Il vino del giorno : Champagne André Beaufort

- del Guardiano del Faro -


Già incline al “biò” dal 1969 per i curiosi motivi citati nell’originale sito internet , e cioè a causa di una allergia ai prodotti di sintesi, conseguenza di un maldestro trattamento medico ecc. ecc… insomma, un cammino difficile ma infine i buoni motivi ci sono sempre per passare al bio quando il bio è come questo


Anche se l’approccio non sarà inizialmente facile, soprattutto se questa bottiglia finisce in tavola con alimenti assortiti che non riusciranno ad evidenziarlo, ma, al contrario, rivelandone una certa difficoltà di bevuta e conseguente ritardo a terminare la bottiglia. Accidenti, mi capita raramente di impiegare un ora e mezza a finire una bottiglia di buon Champagne!

Invece come after dinner, ed è questa la mia indicazione per questa bottiglia, va giù molto meglio, senza mangiarci insieme niente, anche perchè curiosamente non gradisce neanche piccoli snack salati,forse proprio per quella intensa maturità di frutto che pervade la bocca e fa risaltare continuamente una sensazione avvolgente di crema inglese unita a mela cotta che fa pensare a qualcosa di burroso, come una tarte tatin.


Nel bicchiere si presenta con il suo paglierino abbastanza intenso, con qualche riflesso dorato e con un perlage svogliato e minuto. Al naso parte su frutti bianchi molto maturi, uva molto matura, quasi al limite, poi vira su fiori bianchi e si dirige verso la susina ed infine si appoggia definitivamente su un comodo tappetino di piccoli frutti rossi, anch’essi un po’ in la per chi è abituato a toni più netti, più precisi, più sferzanti di questi.


E in bocca parte maluccio , rasentando lo stucchevole, anche se la bottiglia ha solo un anno di affinamento dalla sboccatura, e quindi non so quanto possa andare avanti con questa bassa percezione di acidità e di sapidità. La mineralità è invece notevole e rimarrà piacevolmente sulle papille fino al giorno dopo. Migliora all’aria, era meglio caraffarlo… e ancor meglio se non molto freddo, ecco, allora diventa un buon vino con una sua personalità definita e originale, da non affrontare con preconcetti, perchè la carenza di verticalità e freschezza può lasciar perplessi, fino a far diventare piuttosto noiosa la bevuta. Ma prendendogli le misure si allarga progressivamente liberandosi di qualche pesantezza e chiudendo su un retrogusto di tostato e di fumè molto originale e gradevole.

http://champagnebeaufort.com/default.htm


http://www.youtube.com/watch?v=tIrJK19dADI



gdf

3 commenti:

  1. Bevuto ieri sera, stesse sensazioni..

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  2. l'amplesso simultaneo a distanza e' stato concordato prima?

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  3. ambonnay grand cru è così c'è poco da fare, il pinot noir, il terroir e la massima insolazione danno il risultato di vini potenti e fuoridai soliti schemi. chissà se il clos d'ambonnay è così.

    F.

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