venerdì 1 ottobre 2010

PETRUS

Ci sono modi e modi per consentire a qualcuno di tentare di rovinarti la giornata all’ora di colazione. Una telefonata, una mail, un sms, un fax. E non ci puoi fare molto in questi casi. Al telefono, se ti ricordi i numeri indesiderati puoi anche non rispondere, ma quello che ti arriva in forma scritta sotto le diverse forme di comunicazione sei istintivamente attratto a leggerlo.

Ci sono due parti del corpo delle persone oggettivamente difficili da chiudergli, ma se pure ti fosse consentito ipoteticamente di chiudergliene almeno una, l’imbarazzo sarebbe totale valutandone la somiglianza. Quindi tanto vale andare oltre cercando il barattolo dello zucchero piuttosto che strizzarsi il limone nel caffè mattutino. Così va, con qualcuno neanche un caffè, con un altro anche Petrus, ma non l’ amaro per digerire i cretini, il Pomerol per festeggiare l’amicizia.

Ma chi sei, assomigli molto ad un carissimo amico ma non puoi essere tu, nessuno ti ha mai visto in giro prima delle undici, ma cosa ci fai qui in ufficio alle otto del mattino, avevi l’ufficiale giudiziario in arrivo o è solo insonnia ?

Se non sapevi cosa fare , perché non hai mai niente da fare, adesso ci penso io a farti passare la mattinata in un lampo. Lo senti questo rumore, è un camion con sopra due container con 20 tonnellate di carne congelata da scaricare e stamattina ne ho due in mutua. Facciamo noi? Dai che mi dai una mano, ma proprio solo a mano, perché guanti anti ghiaccio della tua misura non ne ho.

A volte quando hai bisogno di una mano è meglio che guardi in fondo al tuo braccio, ma per fortuna non è sempre così. Ok, anche questa è andata, adesso andiamo a pranzo, offro io! Curiosa la vita, per metà della quale ho quasi sempre offerto io e per l’altra metà si sta rovesciando la proporzione. La cosa non mi imbarazza affatto, anzi, era ora !

Pier ! Due risottini al tartufo bianco, due piccioni alla griglia. Prima due fettine di culatello e da bere fai tu. Occhiolino. Caspita ma sei al completo, non ci possiamo neanche sedere ? Resta il tavolo di famiglia e qualcuno che deve arrivare, bene, ci mettiamo qui, e poi chi arriva e se arriva si berrà un bicchiere di quello che ci stappi tu Pier.

Ehilà un 82, un po’ giovane ma si lascia bere. Eccolo il terzo, lo conosciamo, lo conosciamo, uno che se gli dai un Rosso Conero o uno Chambertin di Rousseau è la stessa cosa. Cosa bevete ragazzi, Un merlot, ti passo la bottiglia, bicchiere riempito a raso, golata da oasi appena sceso dal cammello. Occhi sbarrati, i suoi, ma anche i nostri. Ma che cos’è questa roba, ma è fantastico, ma che cosa avete stappato? Petrus 82, il vino a prova di imbecille.

E se l’ha riconosciuto un imbecille vorrà dire che questo vino non vive di fama usurpata. Ci sarà qualche cosa in più in questo merlot rispetto a quello di Planeta. Ci sarà un motivo per cui questo è uno dei tre vini più conosciuti al mondo e molti dei suoi vecchi millesimi sono tuttora tra i più stimati e i più ambiti da chi se li può permettere. Parlo di annate leggendarie come : 1921, 1929, 1947, 1949, 1961, 1964 . Qui non si scherza, il filotto qui sopra se ben conservato non teme niente e nessuno.

Il perché dell’eccezionalità di questo vino è “tutto” nel suo terreno, fondamentalmente diverso dai suoi vicini, perché la percentuale di argilla è altissima, almeno quanta quella di piedi di vigna merlot nei confronti quella minima di cabernet franc.

Vinificazione impeccabile, piccola produzione (30.000 bottiglie per anno), clientela affidabile che è disposta a mettere sul tavolo tre o quattro biglietti di quelli grossi per cavare un tappo di Petrus e versarlo senza tante ansie . Per un appassionato “normale” , che 1500 euro li guadagna in un mese, un vino teoricamente irraggiungibile, salvo rivolgersi alle annate che il mercato e gli esperti hanno definito piccole. Tra le ultime, il 2001 e il 2004 per esempio, dove dovrebbero bastare 600 euro per portare a casa il prezioso flacone. Forse meglio trovare un amico ricco allora, o una attempata milionaria in cerca di compagnia, perché il rischio è di fare come molti ristoratori alla fine degli anni 80, quando si favoleggiava che per avere una stella rossa fosse opportuno e consigliabile comprare i soliti cinque premier grand cru bordolesi ed una cassetta DRC, dicevo, il rischio è di comprare annate stupide, come quei mediocri 1984 o 1987 che hanno infestato le carte dei vini degli stellati italiani per due decenni, così come sta succedendo per i Borgogna rossi 2004 e bianchi 2003. Quindi se pensate che sia necessario togliere il dente tanto vale puntare in alto, il riferimento non sarà perciò dubbioso, salvo scoprire che anche un Masseto non è da disprezzare facendo una parallela sul vitigno.

Per quel che mi riguarda Petrus è di nuovo un vino che mi interessa relativamente, per quanto il fascino di un grande cépage come il merlot è terzo solo al Pinot Noir e al Nebbiolo come vitigno, ma 1000 euro non sono secondi a nessuno, e quindi mi tengo in data base quelle tre volte che ho bevuto un Petrus , quando me l’hanno offerto o quando costava 200mila lire. Certe follie oggi le lascio ad altri. Pas de Petrus, merci!

GDF




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